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"Go as far as you can see, when you get there, you'll be able to see further" (T. Carlyle)

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Insegnante di inglese appassionata di scrittura e di fotografia e profondamente innamorata degli animali. Questo blog è un ampio rifugio in cui condivide passioni, letture, riflessioni, novità sui suoi libri e molto altro. INSTAGRAM: @simona_giorgino (profilo autrice), @photosfromthewind (profilo fotografico).

lunedì 21 gennaio 2013

Intervista all'autore Giovanni Garufi Bozza.

La conversazione che vi propongo oggi è davvero interessante, 
soprattutto per chi è particolarmente affascinato dalla disciplina psicologica, come lo sono io. 
Con questa intervista infatti presentiamo un libro dai risvolti psicologici, 
il primo romanzo pubblicato da Giovanni Garufi Bozza, giovane psicologo di Roma. 
Giovanni collabora inoltre con una Radio e conduce
un programma dedicato agli autori emergenti.

Vediamo che cosa ci racconta!







Benvenuto nel mio blog, Giovanni. Vogliamo presentare il tuo primo libro "Selvaggia, Chiaroscuri di personalità". Un libro dai forti risvolti psicologici, e d'altronde tu sei laureato in Psicologia. Ci racconti un po' di te? E come mai la decisione di scrivere e pubblicare? 

Grazie innanzitutto per questa opportunità, Simona. Dunque, ho 27 anni, sono Psicologo dal 2012, e vivo e lavoro a Roma; sto proseguendo gli studi di Psicologia, seguendo un corso di Specializzazione in Psicologia della Salute ad Orvieto. Sono anche "affettivamente pendolare", come spesso scherzando dico di me, avendo la mia dolce metà in Emilia Romagna. Amo molto viaggiare, come si sarà capito... La scrittura è sempre stata una mia passione. Ho scritto fin da quando ero piccolo. Sai, quelle tante storie che si pensano e si ripensano, si iniziano, ma poi si lasciano a morire di dimenticanza nel cassetto. Quando ho terminato il mio primo romanzo (ho impiegato cinque anni, l'intero periodo universitario!), l'unico che mi avesse catturato a tal punto da scriverlo dall'inizio alla fine, ho scelto di auto-pubblicarlo per condividerlo con gli amici e parenti. Qualche tempo fa una casa editrice lo ha notato ed eccolo pubblicato a tutti gli effetti. 

Ed è la storia di Selvaggia, ovvero Martina, una ragazza dalla personalità difficile, che un giorno incontra uno studente di psicologia, il quale cercherà di abbattere quella linea invisibile che separa le due personalità della ragazza… 

Esatto, incontra Daniel, che ha appena iniziato a studiare psicologia. Il ragazzo, interessato a quel mondo di opposti e chiaroscuri, inizierà a incontrarla più volte, cercando di comprendere quel mondo, fino a rischiare di esserne totalmente coinvolto. Si ostinerà a cercare di distruggere quel muro di contrapposizioni creato dal trucco pesante e dai portamenti totalmente opposti di Martina e Selvaggia. 

Sento di poter affermare che la scelta di raccontare questa storia sia in parte legata al tuo percorso di studio… Ma ci sono altre motivazioni? Come nasce la storia che hai narrato? 

E' innegabile che la storia si leghi al mio percorso di studio, essendo stata scritta in contemporanea. La storia nasce però da una serata in un locale dark, che ho frequentato per una anno della mia vita. Mi divertivo a notare come diversi frequentatori di quel locale venissero il sabato sera vestiti con abiti scuri ed eccentrici, borchie, trucco pesante ecc., e poi capitasse di incontrarli durante la settimana con abiti classici ed eleganti. Una sera in particolare vidi una ragazza bellissima, ovviamente dark, simile alla protagonista del mio romanzo. Non la conobbi di persona ma mi divertii a fantasticare su come potesse essere diversa durante la settimana: me la immaginai totalmente opposta, bionda, semplice, introversa. Da lì iniziai a stendere la storia, che nonostante il tempo impiegato a stenderla, si è formata quasi da sola, nella mia mente, in pochissimo tempo. Questo è il racconto di come è nata la storia, poi se vuoi ti racconto un altro aneddoto che mi ha permesso di mettermi nei panni di una giovane con doppia personalità. Ma ho paura di dilungarmi troppo... 

Non c'è problema, credo sia un po' per tutti un argomento interessante e per cui valga la pena dilungarsi un po' di più... racconta pure! ;) 

Dunque, devi sapere che nella mia adolescenza sono stato uno di quei ragazzi (definiti solitamente "nerd") che andavano a giocare di ruolo dal vivo. Si impersonavano vampiri, elfi, maghi e stregoni, in costume medioevale. Si passavano intere domeniche a darsi battaglia in costume, lanciando magie e riproducendo battaglie. A Roma sono ancora in voga questo tipo di giochi, anche se personalmente ho smesso da almeno quattordici anni. Il mio personaggio più riuscito fu un nano (l'altezza non è propriamente una delle mie doti più evidenti...). Avevo un costume bellissimo, con panciotto finto, barba e parrucca. E recitavo davvero bene: in poco tempo mi trasformavo da ragazzino timido e introverso in un nano irriverente, col vocione e con atteggiamenti davvero poco fini (insomma, se avete visto il Signore degli Anelli, ero la fotocopia del nano Gimli!). Le scenette che mettevo in piedi erano apprezzate dagli altri e spesso mi chiedevano di imitare il nano. Ora, senza quella barba, quella parrucca e quei vestiti addosso non riuscivo a dire niente: la timidezza mi impacciava e arrossivo senza riuscire a fare neanche un minimo di quello che mi veniva con estrema naturalezza con tutto quel travestimento che mi copriva. 
Con il personaggio di Martina e Selvaggia ho estremizzato questa situazione. Io ovviamente non avevo una doppia personalità, semplicemente non mi sentivo a mio agio a fare il buffone senza avere una maschera che giustificasse ciò che facevo. Martina, invece, la ragazza timida, impacciata, vuota, introversa e scontrosa, copre sé stessa con i vestiti dark, con il trucco pesante, con una parrucca di capelli neri che la rendono completamente irriconoscibile. E questo status la rende diversa, sicura di sé, aperta al mondo e alla vita, fino ad arrivare persino al libertinaggio sfrenato, e alla consapevolezza che convivano in lei due entità completamente opposte tra loro: la Martina apatica e senza emozioni, e la sfrenata Selvaggia. 

Mi viene in mente il grande Pirandello: "Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti." Mi verrebbe da chiederti tante cose al riguardo, sulla propensione della gente a “trasgredire” nel momento in cui indossa una maschera, su questa tendenza a nascondere la propria personalità, sui motivi che spingono le persone a celare la propria identità… ma rischieremmo davvero di togliere del tempo alla tua intervista, anche perché abbiamo anche un’altra cosa da presentare ai lettori oltre al tuo libro, ossia la radio di cui sei direttore. Si chiama Radio Vortice e so che nelle puntate dedichi anche tu ampio spazio agli autori emergenti e ai loro libri. Da dove viene la scelta di creare una radio? 

Beh, a Pirandello ti aggiungo anche il grande Wilde: "Un uomo non è del tutto se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità." :) Al cenno che hai fatto sulla tendenza a trasgredire quando si ha indosso una maschera, la mia personalissima opinione è che in qualche modo utilizziamo una maschera per ogni occasione, più che per trasgredire, per stare nel mondo. Una maschera di allegria e giusta sfacciataggine per coprire la timidezza, una maschera di coraggio per affrontare la paura e via dicendo. Ma è solo una mia opinione...
Vengo alla Radio. Sì, conduco un programma dedicato agli emergenti e alle loro opere, che si chiama Crisalide, come l'antologia di autori all'interno della quale è pubblicato un mio racconto. Hanno lo stesso nome perché portatrici della stessa filosofia e obiettivo: aiutarsi nella promozione, sfidando e avendo la meglio sulla crisi, specie quella editoriale. 
La scelta di creare una radio non riguarda solo me. E' nata nel 2011 grazie al lavoro di un gruppo di giovani volenterosi e volontari, me compreso, che hanno voluto mettere in piedi questo progetto, ispirandosi alle radio libere degli anni '70. 

Perfetto Giovanni, siamo giunti alla fine della nostra conversazione, ti chiedo solo a questo punto di indicarci gli indirizzi dei siti o delle pagine dov'è possibile approfondire quello che è stato detto nell'intervista, dove acquistare il libro, ecc. 

Allora, sì, per prenotare un'intervista basta mandare una mail contenente la sinossi del libro e una breve presentazione di sé stessi a crisalide.radiovortice@gmail.com. Le interviste realizzate finora sono disponibili a questo link http://www.radiovortice.it/?page_id=2104 mentre il mio libro è visionabile, con tanto di anteprima, e acquistabile da questo sito: http://www.edizionidrawup.it/22-selvaggia-9788898017034.html, oltre che dai vari portali come IBS e via dicendo. E' anche ordinabile in libreria :) 

Grazie per aver risposto alle mie domande, in bocca al lupo per tutto e alla prossima! 

Grazie a te per l'opportunità :)



Simona



_____________
Per rispondere a un'intervista, scrivimi: alamuna@gmail.com


1 commento:

  1. Interessante leggere l'intervista prima del libro, conoscere l'autore e cosa l'ha spinto a scriverlo è un po' come se te lo raccontasse di persona.

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