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"Go as far as you can see, when you get there, you'll be able to see further" (T. Carlyle)

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Insegnante di inglese appassionata di scrittura e di fotografia e profondamente innamorata degli animali. Questo blog è un ampio rifugio in cui condivide passioni, letture, riflessioni, novità sui suoi libri e molto altro. INSTAGRAM: @simona_giorgino (profilo autrice), @photosfromthewind (profilo fotografico).

sabato 19 gennaio 2013

"Astenersi perditempo", di Gianni Santoro: le mie impressioni.

Il libro di Gianni Santoro è scritto davvero bene. L'autore racconta con un ritmo incalzante e con un'ottima abilità descrittiva i suoi incontri (non tutti, se avesse dovuto raccontarli proprio tutti avrebbe dovuto scrivere un volume capiente almeno quanto un'enciclopedia :P) con donne conosciute attraverso il web e gli annunci per cuori solitari
La storia raccontata in "Astenersi perditempo", dunque, è la storia vera di Gianni Santoro, giornalista pubblicista di Milano che, dopo una collezione proficua di incontri e appuntamenti al buio (700 appuntamenti), ha pensato di registrare nero su bianco quindici anni della sua vita, mettendosi completamente a nudo. Ehm, è un modo di dire! :P 
L'idea mi piace, anche perché devo dire che l'autore, senza risparmio di dettagli, mostra una realtà attuale parecchio diffusa, non dando nulla per scontato e riuscendo a scavare nella profondità della tematica, fornendo spiegazioni, raccontando dettagliatamente "le radici del vizio", cercando di capire insieme al lettore da dove deriva quel senso di "solitudine" che spinge tanta gente a cercare, cercare, cercare, e a "trasgredire".
Sicuramente attraverso l'esperienza dell'autore siamo in grado di comprendere una porzione di realtà che spesso viene ignorata, proprio perché sono in pochi a riuscire a parlarne con così tanta franchezza. Come afferma lo stesso autore da qualche parte nel libro e con altre parole, il mondo della chat e degli appuntamenti al buio viene spesso etichettato come "sbagliato", forse immorale, e continuano a esserci pregiudizi su questa pratica, che spesso viene quindi condotta nel più totale segreto.
Ripeto, l'idea mi piace. Mi sono piaciuti molto il linguaggio, la scorrevolezza della narrazione e quell'immancabile pizzico di ironia che rende deliziosi alcuni passaggi.
A tutto questo, però, devo aggiungerci solo un mio personalissimo ma, che non va nel modo più assoluto a togliere valore a questo scritto, attuale, d'impatto, divertente, che vi invito a leggere, anche perché come al solito è tutto troppo soggettivo!
Gianni Santoro
Il mio ma riguarda il semplice fatto che fino a più o meno metà del libro, la lettura mi ha tenuta abbastanza incollata alle pagine - queste descrizioni dettagliate delle scene, la voglia di entrare nella mentalità di questo "playboy" e delle sue amanti - ma a metà libro ho incominciato a provare qualcosa di simile alla... noia. Diciamo che ho solo sofferto un po' la ripetitività. È successo semplicemente questo: mi sono trovata a pensare che, messa da parte l'indiscutibile capacità narrativa dell'autore, le storie raccontate fossero più o meno tutte uguali: stessa modalità di incontro, stessa evoluzione, stesso epilogo. Cambiava la donna, cambiavano i caratteri, cambiavano le scene, ma a lungo andare tutte queste incalzanti vicende hanno "abbassato la mia soglia di concentrazione" :), ma è tutta chiaramente questione di gusto personale. Il libro dapprima mi ha preso moltissimo. Poi, continuando, mi sono ritrovata a pensare qualcosa del tipo: mi interessa conoscere in generale la storia che racconta quest'uomo, ma non tutte queste storie. Non nego di aver saltato qualche paginetta "nel centro" :P, anche probabilmente con la fretta di scoprire se il nostro playboy alla fine riesce oppure no a inciampare nella "donna-trappola" (se esiste! Come scrive l'autore, "Le certezze sono come pagine bianche di una sceneggiatura ancora da scrivere").
Ma... sulla fine non svelo niente. E va bene, in realtà non ce lo svela neppure l'autore :P, ma devo dire che, almeno, dopo queste corse affannate, incalzanti, che si concludono sempre con il niente e che apparentemente non portano a nessuna svolta, Gianni Santoro ci lascia con una bellissima speranza, ci apre uno spiraglio, e sembra dirci: probabilmente non ho fatto tutto questo per niente.
Sarà che chi corre, corre sempre per raggiungere qualcosa. O qualcuno.
Tutto sommato una piacevole lettura.





Leggi anche l'intervista fatta a Gianni Santoro
un po' di tempo fa.





Simona



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