Scritta scorrevole

"Go as far as you can see, when you get there, you'll be able to see further" (T. Carlyle)

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Insegnante di inglese appassionata di scrittura e di fotografia e profondamente innamorata degli animali. Questo blog è un ampio rifugio in cui condivide passioni, letture, riflessioni, novità sui suoi libri e molto altro. INSTAGRAM: @simona_giorgino (profilo autrice), @photosfromthewind (profilo fotografico).

venerdì 30 novembre 2012

Prima presentazione di "Quel ridicolo pensiero", associazione culturale Gaia, Lecce




Questo è il file della bellissima locandina realizzata dall'Associazione culturale G.a.i.a. di Lecce presso cui si svolgerà la prima presentazione ufficiale di "Quel ridicolo pensiero". 

Sono molto contenta del fatto che il mio libro verrà presentato per la prima volta presso questa sede e dal presidente dell'Associazione, Claudio Casalini. L'Associazione è composta da persone davvero squisite, disponibili, che amano l'arte in ogni forma, con particolare riguardo a quella contemporanea. 
Sono contenta che il mio libro sarà inserito in un contesto artistico di alto livello e molto interessante, presso la sede dell'Associazione nella Galleria Mazzini di Lecce al civico 29, un contesto intimo e confidenziale, accogliente e caloroso, in cui sarà anche possibile ammirare le opere esposte di Antonio Pezzuto.
Il libro verrà presentato dal presidente dell'Associazione. A seguire eventuali domande del pubblico, e ovviamente firma delle copie e intrattenimento! :)
Oltre alle copie di "Quel ridicolo pensiero", saranno anche disponibili quelle di "Jeans e cioccolato". :)

Per chi mi segue dal Salento, sarebbe davvero fantastico trovarci lì e conoscerci in occasione della prima presentazione del mio nuovo romanzo! 

Come leggete dalla locandina, la presentazione si terrà la prossima settimana, domenica 9 dicembre alle ore 19!



Non mancate!






Simona






mercoledì 28 novembre 2012

E poi le copie del tuo libro arrivano, ed è estasi pura.

Trepidazione in attesa delle prime copie del proprio libro. Poi l'emozione di vederle arrivare, il pacco grande che contiene le tue creature, l'eccitazione con cui afferri il coltello e commetti una carneficina di nastri duri a morire che ti separano di pochi secondi dal tuo libro in carne e ossa... anzi, in carta e inchiostro!
E dunque il pacco si apre, e loro sono lì e compaiono in tutta la loro bellezza, ordinate una sopra l'altra, ed è una sensazione strana che racchiude un sacco di emozioni, tutte belle. In questo preciso istante non c'è posto per malinconia, tristezza, cattivi pensieri. E' un momento felice: che peccato che non si possa protrarre all'infinito.
E non hai mai visto il tuo libro così "moltiplicato", prima di quel momento avevi solo visto l'immagine JPG sul PC, un'immagine singola. In questo scatolo invece quell'immagine si raddoppia, ci sono tante copertine, tanti titoli, tanti doppioni del tuo nome e cognome, tante sinossi e tante tue biografie, e vorresti abbracciarle proprio tutte, queste copie.
Invece ne prendi solo una, la prima che ti capita davanti agli occhi, una di quelle che stanno in superficie, la afferri con prudenza, quasi fosse di vetro e potesse rompersi se cadesse a terra, la guardi con ammirazione,  tocchi la copertina lucida e liscia, la accarezzi, apri le pagine e la prima cosa che fai, prima di sbirciare nell'interno, è sniffare ripetutamente l'odore di carta appena stampata. Estasi pura.
Poi sfogli le pagine, guardi il frontespizio, il codice ISBN, le indicazioni, i capitoli, i ringraziamenti, e infine inevitabilmente ti ritrovi a leggere qualche pagina e rivivere i momenti in cui lo hai scritto, e mentre leggi pensi "Chissà come arriverà al lettore" e "Non potrò mai leggere questo libro da vero lettore, in maniera distaccata, perché l'ho scritto io!".
Infine chiudi il libro, lo guardi da tutte le angolazioni, cerchi intorno a te altri sguardi di ammirazione (quello del tuo fidanzato e del tuo cane) e poi corri su Facebook ad avvisare tutti che finalmente "Quel ridicolo pensiero" è arrivato.
Il giorno dopo, alla luce del sole, prendi quasi tutte le copie, le stendi sul tavolo della cucina in posizioni strategiche, afferri la macchina fotografica con obiettivo stratosferico e scatti una carrellata di foto-ricordo.













Ops, un intruso! 





Simona






domenica 25 novembre 2012

"Nelle mani della ribelle": intervista a Francesca Orelli


Stasera vi lascio in compagnia di un'autrice emergente, Francesca Orelli, che ci presenta il suo ultimo libro, Nelle mani della ribelle, attraverso un'intervista-conversazione che abbiamo avuto qualche giorno fa. E' il suo secondo libro, ha pubblicato con la casa editrice Leucotea e... per saperne di più leggete che cosa ci siamo dette! ^^


  • Ciao Francesca e benvenuta nel mio blog! Dunque... "Nelle mani della ribelle" è il libro che andiamo a presentare. Mi vengono alla mente subito due domande: si tratta della tua prima pubblicazione? Chi è la ribelle di cui accenni nel titolo? 


Ciao Simona, grazie a te per l'ospitalità e un saluto agli amici del tuo blog! Parlando di "Nelle mani della ribelle", no, è la mia seconda pubblicazione (la prima è stata una raccolta di racconti, pubblicata con una piccola casa editrice di Torre del Greco), ma primo romanzo. La ribelle di cui accenno nel titolo invece è Ambra Leoni, la protagonista femminile, una ragazza normale, come se ne possono incontrare nella vita di tutti i giorni, che in apparenza sembra forte, quasi invincibile, ma che nei fatti, al di là della determinazione e della capacità di cavarsela in ogni situazione, sia lavorativa che personale, nasconde un'anima ferita e che è passata attraverso una terribile violenza, e che ne è uscita solo grazie alle qualità che ti ho appena citato, oltre ad una bella dose di testardaggine e di voglia di ricostruirsi un posto nel mondo in cui agisce e si muove. 

  • Dunque a che genere letterario è possibile ricondurre il tuo romanzo? 

Eh, bella domanda, anche perché, pur avendo optato per il genere letterario del rosa, nei fatti è uscito un mix! Mi spiego, c'è il rosa, ma c'è anche un pizzico di erotico, un pizzico di diario di viaggio, uno di narrativa contemporanea e di attualità, un altro di genere comico (giuro che mentre scrivevo, a volte scoppiavo a ridere per qualcosa che combinava uno dei miei personaggi. Mai successo!), il tutto condito da una dose generosa di romanzo musicale e rockettaro...impossibile metterlo in un genere unico quindi! :-):) 

  • Eh sì, a questo punto direi che è decisamente impossibile categorizzarlo! :) Questo mi fa pensare che quando scrivi ti lasci trasportare dalla fantasia, ti lasci condurre dalla creatività, non segui regole, o forse mi sbaglio? Sei una che ama "organizzare" il proprio lavoro, avere ben in mente almeno un po' di trama prima di tuffarsi nella stesura di un romanzo? Insomma, che tipo di scrittrice sei? 

Eheheh, di sicuro con quest'affermazione farò la figura dell'esordiente che se la tira, ma sono pronta ad ammetterlo candidamente: sono una creativa! Il mio cervello è tutto un ribollire di idee, spunti, esperienze, ricordi, che poi traduco in manoscritti, in musica o in un altro. E questo spiega anche il perché in nemmeno quindici minuti riesca a delinearti una storia se non un manoscritto intero, ma nella vita pratica sono un disastro cronico! Vabbé, ormai non si può essere bravi in tutto, sennò saremmo tutti dei geni! Per quanto riguarda che tipo di scrittrice sono...eh, purtroppo devo farti saltare un altro schema! Generalmente comincio con una trama precisa, una storia, appiccico anche un ruolo ai miei personaggi...ma poi nei fatti sono i miei personaggi che conducono la storia, e mi dicono anche quello che vogliono essere e quello che vogliono fare, e a me non resta da far altro che seguirli...ed "arginare" solo se escono troppo dal percorso narrativo che ho abbozzato! 

  • Quanto c'è di tuo nelle storie che racconti? 

Mah, per quanto riguarda l'aspetto puramente biografico, nulla di nulla, mentre di mio nel vero senso della parola, la musica rock, i concerti, il dietro le quinte degli stessi, le rockband, i viaggi e i luoghi che visitano, i rapporti tra le persone, che possono essere di amicizia, d'amore, di odio feroce, di rivalità...la vita reale è proprio una bella, oltre che grande, fonte di ispirazione per me. 

  • Che cosa significa per te "pubblicare"? Che tipo di emozione ti regala vedere uscire un tuo libro e quali aspetti di una pubblicazione reputi più importanti? 

Posso invocare il diritto di non rispondere? Eheh, no dai, scherzo :-D . Dunque, per me la pubblicazione è innanzitutto un traguardo, un qualcosa che raggiungi dopo aver fatto la "maratona" dello scrivere e aver anche "allenato" il tuo manoscritto (o meglio, lo hai corretto ed editato fino a farlo diventare un prodotto "quasi" perfetto), e credo anche che non sia qualcosa di scontato! Per quanto riguarda l'emozione dell'uscita, ti dirò, io sento di più quella del sapere di essere stati scelti dall'editore per essere proposti sotto forma di libro e quella del toccare finalmente con le mani il tuo romanzo "in carta e copertina". Quali aspetti (o meglio, quale aspetto) ritengo più importanti di una pubblicazione? Parlando d'autrice esordiente, certamente la qualità, e con questo non intendo l'aspetto fisico del libro, quanto il suo contenuto e la sua capacità di coinvolgere e di divertire non solo l'editore che lo valuta, ma anche e soprattutto il pubblico di lettori che lo avvicinano. 

  • E la promozione per te che importanza riveste? 

Sia io che il mio editore facciamo la nostra parte, ma la vera promozione per me, oltre che quella più importante tra tutte, sono i lettori a farla, quei lettori che leggono il libro e che lo fanno conoscere attraverso il passaparola. Non per nulla, grazie a questo sistema, con la mia "vecchia" raccolta di racconti sono arrivata fino a Milano, anche senza una distribuzione capillare e "muovendomi" solo attraverso la mia neonata pagina facebook "Francesca Orelli scrittrice" (che infatti è nata proprio nel 2007 per promuovere questa raccolta, ma che, nonostante i suoi cinque anni di vita, si difende ancora bene...almeno da quello che mi sembra!) :) 

  • C'è qualche autore (famoso o non) da cui prendi spunto o che può rappresentare una sorta di ispirazione per te? 

Sì, ho diversi autori da cui prendo spunto, anche se non sempre seguo i dettami della loro scrittura e le loro idee (anzi, quasi mai, se non in casi molto rari). Le mie preferite in assoluto sono Nora Roberts e Diana Palmer, ma mi piacciono molto anche Violet Winspear, Yvonne Whittal, Anne Stuart, Nina Vanigli, Lisa Marie Rice e Danielle Steel. Insomma, come avrai già capito, almeno per quanto riguarda il rosa, mi piace molto prendere spunto o dalla vecchia scuola, o da autrici piuttosto fuori dal comune e che trattano questo genere :) 

  • Posso domandarti chi è per te lo “scrittore”? Qual è il momento, se esiste, in cui uno scrittore può considerarsi o definirsi tale? 

Lo scrittore, almeno per quanto riguarda la mia opinione personale, è una persona che, nel piccolo e nel grande, ha avuto e ha un certo peso per la cultura scritta e il mondo letterario. Per questo, anche per non apparire troppo boriosa, preferisco usare gli epiteti di "autrice" ed "esordiente" quando mi chiedono lumi a proposito del mio "mestiere"...anche se già qualche lettore è arrivato a darmi la definizione di scrittrice! Riguardo al momento in cui un autore può definirsi scrittore, beh, pensando anche ai miei più noti cugini, Giovanni e Giorgio Orelli, credo che questa sia una definizione che debba arrivare anch'essa dai lettori, e non dopo il primo lavoro letterario, ma dopo anni e anni in cui si scrive e si pubblicano libri, indipendentemente dal fatto che abbiano un successo strepitoso o rimangano piuttosto "lavori di nicchia". 

  • Ora, prima di concludere, ti chiedo di “elencarci” gli aspetti del tuo libro che ritieni più significativi o che secondo te potrebbero interessare maggiormente al lettore… 

Allora, al di là della storia d'amore e della musica rock, che se vogliamo sono un po' i due perni, ho notato che due aspetti che piacciono tantissimo ai lettori che hanno già avvicinato il libro (e per lettori intendo sia le donne che gli uomini. Eh, so che può apparire strano, ma è già capitato che qualche maschietto si avvicinasse a "Nelle mani della ribelle"!), sono i viaggi che fa questa rockband e le descrizioni dei luoghi in cui si fermano. Molti mi hanno già fatto notare che alle volte, leggendo il libro, anziché trovarsi a casa, o sul posto di lavoro o di studio, gli sembrava di essere a Praga, a Lisbona, a Parigi, insomma, negli stessi luoghi toccati dai BlackShark! Un altro aspetto che, almeno da quello che mi è sembrato di capire, è piaciuto molto, sono anche i sotto intrecci presenti in questo romanzo, soprattutto quello riguardante la violenza sulle donne, un tema molto crudo e scottante, ma che nel libro ho affrontato senza fare uso di buonismi, ma neanche di "tinte fosche a tutto spiano". I lettori giovani, o meglio, quelli che hanno dai 13 ai 40 anni circa, hanno apprezzato molto anche la storia di Ambra e Leo, che non è quella che si dice una storia d'amore "comune", e i rapporti d'amicizia che legano tra di loro i personaggi, a cominciare da Ambra e Fiona, due ragazze che nonostante i comuni interessi sono decisamente all'antitesi (Fiona infatti è molto più tranquilla di Ambra, che invece è un autentico peperino) e i rapporti camerateschi e scherzosi che ci sono tra i BlackShark, e ai quali spesso dedico più attenzione rispetto alle loro apparizioni sul palco. Anche perché, e penso che concorderai su questo, rockstars o non rockstars sono pur sempre degli uomini in carne ed ossa, con tanti pregi e tanto talento, ma anche tanti difetti! Ecco, questi in sostanza sono gli aspetti che ritengo più significativi, e per i quali già molte lettrici e molti lettori hanno avvicinato e conosciuto "Nelle mani della ribelle". 

  • Sei stata chiara ed esaustiva Francesca :) E per finire devo necessariamente cedere alla tentazione di farti LA domanda: hai qualche nuovo racconto che "bolle in pentola"? ;) 

Eheheheh, devo dire che questa è proprio quella che si dice LA domanda! Allora, per quanto mi riguarda, ho sempre un lavoro nuovo in pentola (ormai la scrittura è un po' "la mia droga", dunque se rimango un giorno senza scrivere...il giorno dopo devo recuperare con almeno tre ore di lavoro "scrittorio" intensivo!), ma per il momento, e che sto portando a conclusione, sto editando il primo libro della serie di cui fa parte "Nelle mani della ribelle" e sto scrivendo il terzo, sempre di quella stessa serie...e se tutto va come dovrebbe andare, presto uno dei due potrebbe già finire sulla scrivania del mio editore :) 

  • Be’, che dire, allora un sincero in bocca al lupo per i tuoi progetti, e magari presto avremo ancora il piacere di chiacchierare con te relativamente a una tua nuova pubblicazione! Grazie per essere stata qui! 

Figurati, grazie a te per avermi ospitata! E un saluto anche a chi ci ha seguite fin qui! :-)




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Vi lascio alcuni link utili:



Simona




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Per rispondere a un'intervista, scrivimi: alamuna@gmail.com






venerdì 23 novembre 2012

Recensione: "Morire dal ridere", Antonietta Usardi

Leggete “Morire dal ridere”, edito dalla 0111edizioni e scritto da Antonietta Usardi. Leggetelo, non lasciatevi sfuggire questa lettura estremamente piacevole e originale!
Una trama decisamente ricca nei contenuti e nel significato, dove l’autrice affronta in maniera leggera, servendosi abilmente anche di un piacevole senso dell’ironia, un tema certamente non felice: quello del suicidio, nonché della depressione e di tutti i tristi sentimenti che possono condurre un individuo a compiere il famigerato estremo gesto.
Il libro mi è particolarmente piaciuto, ho finito di leggerlo nel giro di un’ora o poco più, anche perché la sua lunghezza lo permette (120 pagine in big-C, caratteri grandi, per una lettura facilitata per gli ipovedenti). E comunque non mi sarei mai fermata, non mi sono fatta distrarre né interrompere da niente e nessuno, perché questa lettura meritava tutta la mia attenzione.
Devo essere sincera, il Noir è un genere che non ho mai “frequentato” e, a dirla tutta, la copertina di questo libro non attirava moltissimo la mia curiosità. Alla fine della lettura, invece, a una cosa ho immediatamente pensato: “L’ho tenuto fermo per troppo tempo, questo libro!”.
L’aspetto certamente più significativo del romanzo è il messaggio che comunica, la grande morale che si nasconde dietro questa storia a tratti assurda e divertente, il significato di cui sono intrisi tutti i passaggi, nonché i personaggi e le loro personalità.
Ci troviamo in presenza di una famiglia decisamente stramba, una coppia di genitori e dei figli uniti da un sentimento comune: il disprezzo per la vita e per le cose belle della vita, una specie di “famiglia Addams” alla lontana, una famiglia che coltiva la tristezza, che ammira chi ha saputo fare del pessimismo la propria ragione di vita, una casa intrisa di colore nero, di depressione e di sentimenti negativi, gli stessi sentimenti che i due genitori, Vincent e Amelia, hanno cercato con tanta pazienza e con tanto “amore” di insegnare ai loro figli. A completare questa bizzarra famiglia, una piccola attività commerciale a conduzione familiare, una bottega decisamente fuori del comune  (il cui nome, tra l’altro, mi ha veramente fatto “morire dal ridere”, considerando il contesto). Il negozio, sotto la macabra insegna “Una volta e per sempre”, conosciuto in tutto il paese, fornisce strumenti per il suicidio per tutti i gusti: cappi, spesse funi, pozioni e caramelle velenose, pistole, spade e coltelli, con tanto di istruzioni per l’uso e di suggerimenti sulle modalità di esecuzione. I clienti di questa bottega – lo si può immaginare – non sono certamente le persone più allegre che si possano incontrare!
Un giorno, però, arriva una fresca ondata di cambiamento in questa famiglia, e questa ondata di cambiamento prende il nome di “Robespierre”, un bambino di appena sei anni, nipote da parte di madre che, abbandonato dalla sua famiglia, è costretto a trasferirsi dagli zii. Robespierre è un bambino troppo vivace, sorride sempre, ama i colori, invade il funebre negozio di sorrisi e di parole dolci. Un personaggio decisamente controcorrente rispetto al contesto in cui è immerso. Un personaggio positivo il cui ottimismo sembra abbattere le barriere dovunque il male le abbia innalzate.
Ho sempre particolarmente apprezzato la capacità e soprattutto la predisposizione delle persone a sdrammatizzare gli eventi più tragici. La morte è un evento tragico, forse il più tragico, il suicidio ne è una variante altamente discussa. La Usardi, nel suo “Morire dal ridere”, riesce a parlarci di suicidio accompagnandosi sempre a un sorriso. Riesce a condurci esattamente dove vuole, attraverso un racconto geniale, leggero, scorrevole, ironico e tanto, tanto ricco di significato.




Recensione a cura di
Simona Giorgino




mercoledì 21 novembre 2012

Sono amiche inseparabili, si capiscono al volo, pubblicano libri insieme: intervista a Fabiana e Vanessa.

Oggi è con grande piacere che pubblico l'ultima conversazione avuta per il mio blog, una conversazione leggermente diversa dal solito, per il solo fatto che a chiacchierare questa volta non siamo in due, ma in tre! Colgo infatti l'occasione per ricordare ai lettori che le mie "interviste-chiacchierate" avvengono attraverso la messaggeria privata di Facebook (laddove se ne abbia la possibilità) in modo che risultino quanto più spontanee e naturali possibile, e ho quindi l'opportunità di chiacchierare anche con più persone contemporaneamente. Insomma, proprio come una vera "conversazione dal vivo"!
Sono venute così a farmi un po' di compagnia sul mio blog Fabiana Andreozzi e Vanessa Vescera, due ragazze straordinarie, due amiche inseparabili, nonché due autrici emergenti che scrivono e pubblicano insieme i loro romanzi. 
La trovo una cosa f-a-n-t-a-s-t-i-c-a. Ho avuto modo, qualche volta prima di questa intervista, di scambiare quattro chiacchiere con loro, essendo tra l'altro mie "colleghe 0111", avendo cioè pubblicato con la stessa casa editrice, e ogni volta sapevano suscitare in me delle grandi curiosità e anche una grande ammirazione, perché mi hanno sempre parlato un po' di questa loro amicizia insolita, per niente comune, che le tiene unite da molti anni ormai, nonostante la distanza, visto che vivono in due città diverse. 
Questo mi porta anche a riflettere su quanto un'amicizia, quando è veramente "amicizia", quando è intrisa di vero sentimento, non abbia paura della lontananza. L'amore invece sì. 

Le ho sottoposte entrambe al mio "terzo grado" ed ecco che cosa ne è venuto fuori! ^^

  • Ciao Vanessa e Fabiana! Sono proprio contenta di avervi mie ospiti, e di ospitarvi inoltre insieme! E' la prima intervista a tre che realizzo, un'esperienza diversa dal solito che mi rende entusiasta :D Benvenute quindi sul mio blog! 

FABIANA: Ciao Simona è un piacere per noi essere ospitate nel tuo blog.

VANESSA: Ciao Simona, grazie per l'ospitalità è un piacere essere qui con te! 

  • Mi ha sempre particolarmente incuriosito di voi due il fatto che scrivete e pubblicate libri in comune. Inoltre, so che non abitate nella stessa città. Come riuscite a portare avanti questa "collaborazione"? 

VANESSA: Bella domanda. Ricordo il primo giorno che ho conosciuto Faby... ne sono certa è stato il destino. Ci siamo conosciute tramite il web, grazie al suo sito internet sui Sims, da quel giorno non ci siamo più divise. Il bello è stato parlare via chat e scoprire che riuscivamo a capirci alla perfezione. Stesse idee, quasi stesso stile di scrittura e vedute. Il nostro primo libro l'abbiamo scritto senza mai parlarci al telefono, semplicemente via chat (io non volevo parlarci... sono timida :-D). Riusciamo a portare avanti questa collaborazione sentendoci assiduamente, mantenendo i contatti ma non solo. Per scrivere insieme ci vuole un forte feeling e ciò a me e Faby non manca, anzi quando ci blocchiamo ci palleggiamo il file e via si va avanti. 

FABIANA: Come ci riusciamo è un mistero anche per noi... no scherzo in effetti se lo chiedono in molti perché non è per niente facile scrivere insieme ad un'altra persona, si ha paura di essere prevaricati dalle scelte dell'altro e di essere soffocati nell'esprimersi. Io e Vany invece fin da subito ci siamo amalgamate alla perfezione. A volte ho pensato di scrivere con me stessa per quanto sono similari le nostre risposte... senza contare che è una forza scrivere in due non ho mai l'ansia di oddio ho il blocco perché c'è Vany che mi pungola dall'altro lato per avere il testo o meglio ancora mi illumina per farmi procedere :):) 

    Meravigliosa raccolta di foto realizzata appositamente per il mio blog!

  • Mamma mia ragazze, credetemi, quello che dite per me è semplicemente fantastico. A parte la difficoltà nello scrivere un libro insieme, è proprio difficile trovare una complicità così intima, un'alchimia così totale... E - scusate se lascio la mia curiosità invadere la vostra privacy :P - immagino che questa "alchimia" non ci sia soltanto nell'ambito della scrittura... Da quanti anni vi conoscete? Il vostro primo incontro di persona? :)

FABIANA: Le date non sono il mio forte... mi pare di conoscerla da sempre, ormai per me è come una sorella dislocata fuori sede :) Ma più o meno dovrebbero essere quasi 7 anni. Il nostro primo incontro di persona è avvenuto dopo un anno in cui abbiamo continuato a scrivere i nostri primi romanzi solo sentendoci su MSN... ancora non so come abbiamo fatto :( Siamo andate per gradi prima di vederci dal vivo... e a Natale la prima telefonata... che sarà durata mille ore e meno male che siamo entrambe timide :) Poi a fine maggio sono salita a trovarla a Bologna per una settimana che i suoi non si fidavano a mandarla in giro da sola da una sconosciuta :) 

VANESSA: Da Quanti anni???... penso da sempre :-D ma se proprio dobbiamo dirlo... ormai andiamo per i 7 anni. Il primo incontro l'abbiamo avuto dopo quasi un anno e ricordo che sono andata a prenderla alla stazione con la paura di non riconoscerla e poi... la vedo da lontano, ci guardiamo un nano secondo e iniziamo a correre e ci abbracciamo forte. A pensarci mi scappa da ridere... Hai in mente i film Hollywoodiani? Uguale... pensavo di sentirmi in imbarazzo di non sapere cosa dire e invece tra me e Faby non ci sono silenzi. Neanche di notte... parliamo a ruota libera :-D . Neanche 400km riescono a dividerci o a scalfire il nostro legame ed è bello perchè spesso le amiche vicine non sanno dare lo stesso calore. 

FABIANA: E' stata una settimana da delirio creativo, risate e follia allo stato puro... e da lì ci abbiamo preso gusto e neanche un mese dopo è scesa Vany a Roma. 

VANESSA: Sì...24 ore di risate Fa... 

FABIANA: Ahahah con le foto delle pose plastiche dei nostri eroi :) 

VANESSA: Sì, io che facevo Lj sul cavallo con Tarith... che ridere!!!! 

  • Ragazze, mi fate morire. E' la prima volta che sento una storia così! ^^ In pratica quando siete insieme vi dimenticate del mondo intero, è troppo bello (e raro, mi permetto di dire) trovare un'amicizia così! E starei per ore a parlare della vostra storia :P , ma durerebbe all'infinito e non resterebbe spazio per raccontare dei vostri libri ahahah... Siete due scrittrici, dunque. Avete pubblicato insieme due romanzi appartenenti tra l'altro a due generi differenti, il primo si intitola "D&S, non voglio perderti". Che cosa ci raccontate di questo? 

VANESSA: D&S è uno dei tanti libri che abbiamo scritto, non il primo. Diciamo pure che non siamo propriamente capaci di sintetizzare ;-) . Il libro è nato pensando a qualcosa che unisse il mio mondo, qui a Bologna, con il suo di Roma abbiamo creato dei personaggi che rispecchiassero l’adolescente comune con pregi e difetti. Alla base di tutto abbiamo inserito le problematiche dell’Italia ma anche degli adolescenti dal tentato abuso ai problemi famigliare. Il linguaggio è forte, sicuramente molto diverso dal modello patinato che spesso ci viene descritto ma abbiamo preso spunto dalla vita di tutti i giorni. Dai linguaggi che sentivamo in autobus, dal gergo giovanile.
Abbiamo fatto opera di spionaggio in ogni dove. Ormai non frequentavamo più la scuola e quindi i nostri appigli erano cugini o nel mio caso mia nipote che è rimasta entusiasta della storia di D e S. 
Simona le iniziali non ti dico cosa vogliono dire ;-) è un segreto!
Insomma, per finire, un testo moderno che racconta la vita di tutti, un modo per non dimenticare l’adolescenza e perché no questo momento di crisi che l’Italia sta affrontando. 

FABIANA: D&S è il primo romanzo pubblicato insieme e primo anche di un genere che non avevamo mai affrontato a 4 mani. Fino a quel momento io e Vany ci eravamo dilettate a scrivere un pò di fantasy.
D&S invece racconta la storia di due adolescenti S e D, due adolescenti come tanti ci sono e come sempre ce ne saranno. In realtà non è solo la loro storia, ma è un romanzo corale, dove si raccontano le disavventure di tutto il gruppo di amici, fa da sfondo la famiglia, la scuola... insomma a tutto tondo si delineano i drammi e gli scontri di quegli anni di crescita. Non volevamo che fosse una semplice storia d'amore fra due ragazzi, volevamo lasciare una testimonianza quanto più vera e possibile di quello che si vive e si prova. E senza rendercene conto, una volta chiuso il libro ci siamo rese conto che molto di quello che avevamo scritto pensando fosse fantasia lo avevamo vissuto in prima persona... Sicuramente di questa prima pubblicazione quello che mi resterà nel cuore è che siamo riuscite a far leggere persone che non aprono un libro dai tempi della scuola... e invece con D&S hanno riso, sorriso, pianto qualche lacrimuccia e perchè no ci si sono rivisti. 

  • Poi c'è il romanzo pubblicato con la mia stessa casa editrice, la 0111... Un thriller, questa volta. Come mai questo cambio di genere letterario? Qual è la storia che raccontate? 

FABIANA: In realtà io e Vany quando abbiamo pensato Amore nel sangue non avevamo proprio in mente di scrivere un thriller, ma semplicemente mostrare uno spaccato di una situazione di clientelismo e pregiudizi tentacolare qui in Italia. Dovevamo spedire il romanzo per un concorso incentrato sulla Mafia, ma poi come ci capita spesso i personaggi hanno preso il sopravvento e la storia di Marilù è diventata il leitmotiv che ha trascinato l'intero libro. E' una storia d'amore, di misteri, di sangue, di vendetta, di perdono e di speranza... è la storia di una diciottenne londinese alla ricerca di risposte, confusa da una mentalità, quella italiana e meriodionale, che non è in grado di capire. E' vista come la straniera e ha difficoltà ad integrarsi nel tessuto sociale chiuso e ristretto, lentamente scoprirà un mondo che neppure negli incubi peggiori immaginava potesse esistere. Nel suo viaggio si lascia tentare dalla ricchezza, dall'amore scoprendo a sue spese quanto possa essere a volte crudele e morboso. Se molte sue scelte possono sembrarci incoerenti è solo perchè Marilù non è altro che una ragazzina alle prese con problemi lontani dal suo mondo e ben più grandi di lei... è un romanzo in cui si assiste alla sua lenta crescita e alla scoperta dei suoi sentimenti più genuini. 

VANESSA: Amore nel sangue è un genere un po’ particolare in verità. Più che un thriller segue, seppur parla di mafia, il nostro genere che tratta sempre e comunque di sentimenti. È vero, è un testo di denuncia della situazione che nell’ottanta, persone come Falcone, si sono ritrovati a combattere ma allo stesso tempo parla di amore, un amore grande da poter capire che spesso le nostre azioni non sono davvero riconducibili a noi stessi, a volte è la vita a metterci a dura prova, a piegarci al suo volere anche se diabolico. È la storia di due animi diversi, da una parte lo squallore della mafia, dall’altro lato la voglia di vendetta ma l’incapacità, la mancanza della forza necessaria per opporsi. Abbiamo dovuto fare delle scelte drastiche in questo libro. Amore nel sangue vuole raccontare di mafia ma allo stesso tempo non vuole, vuole vendetta ma allo stesso tempo è incapace di prendersela ma alla fine quello che prevale è l’amore, il perdono sopra ogni sentimento umano e la voglia e la forza di sognare, di provare a cambiare la propria vita anche se forse quando si parla di mafia è semplicemente un’utopia.
Ma i libri sono anche fatti per farci sognare e magari lasciare a noi la scelta di un finale. 
Insomma la mia risposta non vuole svelare troppo ma neanche poco… semplicemente bisogna leggerlo per capirlo in profondità.

  • Prima di concludere l’intervista, ho due curiosità che proprio non mi lasciano in pace :P. Devo chiedervele! 1) Come fate a “organizzare” la scrittura insieme? Cioè proprio nel pratico intendo, come avviene? Vi “assegnate” un capitolo a ciascuno? 2) Avete mai fatto finora presentazioni letterarie insieme? Se sì, ci raccontate qualche esperienza? Altrimenti, avete intenzione di organizzarne? 
FABIANA: Sinceramente anche questo è venuto da sé come per magia :) abbiamo iniziato a scrivere storie in cui muovevamo coppie di personaggi e ci alternavamo nella stesura in modo da cambiare i punti di vista e avere sempre dialoghi più spontanei e anche imprevedibili come accade nella vita reale dove non si sa mai cosa può risponderci l’altro. Poi siccome Vany ha una propensione naturale e spiccata per gestire nel migliore dei modi i protagonisti maschili D&S è stato scritto in modo che lei vestisse i panni del protagonista maschile e io della protagonista femminile. In Amore nel sangue invece abbiamo pensato di alternarci i capitoli in modo da poter muovere tutti i personaggi senza distinzione. Ma in molti capitoli ci siamo alternate come ai vecchi tempi, soprattutto nei momenti e nei dialoghi più cruciali. Sicuramente è il modo di scrivere più difficile e complesso perché si rischia di rendere gli stessi personaggi caratterialmente diversi, ma molte persone che hanno letto il libro non si sono rese conto dello stacco all'interno dei capitoli e nemmeno da un capitolo all'altro. 
Comunque non abbiamo una strategia univoca a seconda di quello che andiamo a scrivere rimescoliamo le carte. Ci piace sperimentarci così nei generi come nello stile che è cambiato visibilmente dai primi libri scritti insieme ad oggi.
Di presentazioni non ne abbiamo mai fatte. Io e Vany di fondo siamo parecchio timide e non siamo brave a fare promozione e pubblicità dei nostri libri, siamo più brave a promuovere i libri degli altri scrittori :) e molto più brave a stare con la testa fra le nuvole per scrivere le infinite storie che ci vengono in mente :) 
Abbiamo in mente comunque di fare una presentazione un giorno, ma anche i quattrocento km che ci dividono e i rispettivi impegni lavorativi non lo rendono semplice. Preferiamo impiegare il poco tempo che ci resta per partorire nuovi romanzi o nuove idee... come l'ultima che ci è venuta per Natale :)

VANESSA: Simona, in realtà abbiamo iniziato scrivendo un personaggio a testa, che lo ammetto è divertentissimo. Pur sapendo dove dobbiamo andare a finire la scrittura diventa imprevedibile e i personaggi hanno davvero delle diversità peculiari a contraddistinguerli (ci siamo divertite un mondo)
Man mano che il tempo è passato abbiamo però allargato i nostri orizzonti, in realtà non siamo solo capaci di scrivere personaggi differenti ma anche gli stessi alternandoci la scrittura senza cambiare la psicologia, cosa non facile a detta di molti. Quindi spesso ci ritroviamo a dividerci capitolo o ancora lo stesso personaggio soprattutto quando nascono blocchi insormontabili, il famoso blocco dello scrittore. Ovviamente, volente o nolente, alla fine tirando le somme ci si ritrova sempre a scrivere di più un personaggio rispetto a un altro, forse perché più affine. Ammetto, come dice Faby, che mi ritrovo sempre a gestire qualche maschietto complesso ma mi diverte mettermi nei panni dell’altro sesso. 
Alla fine di tutto non abbiamo realmente un’organizzazione standard, abbiamo piuttosto una sincronia tale da riuscire a mescolare le nostre scritture come se la penna che stesse scrivendo fosse una unica, penso che sia questa l’arma vincente per chi scrive a quattro mani, sapersi amalgamare all’altro compagno d’avventura. 
Non ti nego che spesso, come in Varco nel destino, i nostri personaggi ci hanno fatto penare e alla fine hanno preso strade tali che le nostre scalette non hanno retto. Questi sono i momenti che più amo quando l’arte, la creatività, la fantasia si lasciano talmente risucchiare nel libro creando scenari che noi stesse non avevamo contemplato. Ed ecco che le carte si rimescolano, che bisogna ripensare, ricredersi su certi avvenimenti. 
Scrivere è un po’ come la vita, fantastica e imprevedibile, e credimi quando si scrive in due è una sorpresa continua. 
Il nostro ultimo progetto penso che metta in risalto quando sia grande il feeling che lega me e Faby. 
Ci sono racconti brevi scritti a quattro mani. 
Se si pensa che per molti scrivere un racconto con un limite di battute è impossibile pensa scriverlo a quattro mani. 
Per le presentazioni è davvero dura, ci abbiamo provato con lo Zedtour ma non è andato a buon fine, organizzare una presentazione in due con 400Km di lontananza non è facile e inoltre io e Faby, anche se non si direbbe siamo timide (Forse Faby no, parla di continuo). Sicuramente però è un’esperienza che in futuro speriamo di fare ma solo dopo aver scritto, scritto e ancora scritto dando vita ai nostri mille personaggi. Preferiamo la scrittura alle presentazioni e alla pubblicità, so che purtroppo la vendita fa parte della riuscita di un libro però siamo piuttosto incapaci di autopubblicizzarci. Anzi lo faccio qui sul tuo blog… posso? 
A.A.A Cercasi spiccate capacità imprenditoriali per pubblicizzare i nostri libri. Compenso a fine prestazione ;-) 
Ovviamente scherzo ma se qualcuno è interessato davvero si faccia avanti. 

  • Siete state molto simpatiche, la vostra è stata una compagnia estremamente piacevole e avete soddisfatto tutti i punti della mia curiosità :P . Vi seguo con piacere e spero di poter scrivere presto delle recensioni sui vostri libri, non appena sarà possibile. Grazie per essere state con me! :) 

Grazie a te Simona per averci ospitato in questo piccolo angolo colorato che è il tuo blog! :-) alla prossima.





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Vi lascio alcuni link utili:
Il mini-sito con tutti i dettagli del libro "Amore nel sangue", dove è anche possibile leggere le prime pagine gratuitamente.
Il loro bellissimo blog, dedicato ai libri ma non solo...
E, infine, le autrici ci segnalano anche il sito dove si sono conosciute e dove è possibile leggere alcune loro storie!






Simona





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Per rispondere a un'intervista, scrivimi: alamuna@gmail.com




martedì 20 novembre 2012

21-25 Novembre - Campi Salentina in fiera - CITTA' DEL LIBRO 2012


Domani ha inizio la manifestazione dedicata ai libri più famosa del mio Salento, la Città del Libro, arrivata alla sua diciottesima edizione, e si terrà presso il Quartiere Fieristico di Campi Salentina (LE), facilmentissimamente raggiungibile seguendo le indicazioni per la zona industriale! 

Arriva come una festa, sebbene il tempo nuvoloso e piovoso di questi giorni non la stia accogliendo a dovere. Ma arriva comunque come una festa, gli animi si colorano, soprattutto quelli degli amanti dei libri e della lettura, un po' meno si colorano gli animi di chi non ama leggere e deve comunque trascinarsi in fiera (ogni riferimento è puramente casuale)!
Per me quest'anno lo è, sì, una festa, perché vi partecipo anch'io con il mio primo romanzo "Jeans e cioccolato" - peccato non aver potuto partecipare anche con "Quel ridicolo pensiero", perché uscirà nei giorni immediatamente successivi alla fiera!! Argh! - ma non voglio ripetere quello che avevo già avuto modo di raccontarvi con questo post
Infatti oggi vi scrivo solo per darvi gli ultimi aggiornamenti.

Come molti sapranno, la manifestazione inizia domani e si conclude domenica 25, per la bellezza di ben cinque giorni di fiera! La Città del Libro, a detta di chi ci è stato gli scorsi anni e anche di chi la organizza, non è mai durata così tanto. E' dunque una bella notizia per i lettori e per chi ama immergersi nel mondo dei libri!
La manifestazione è dedicata a autori e editori, ci saranno un sacco di stand pieni di libri, stand occupati da case editrici, altri occupati da associazioni culturali, il programma è vasto e varia dalle presentazioni di romanzi di nuova uscita (argh, per un pelo non posso prendervi parte io con "Quel ridicolo pensiero"!) a convegni, dialoghi con personaggi interessanti, proiezioni di film e documentari, incontri con fotografi e molto altro ancora!

Trepidazione, vera trepidazione. Una bella manifestazione, e io la immagino pullulante di vita!

Per gli autori esordienti che vi prendono parte in qualche modo, la manifestazione può anche decisamente essere una bella occasione per fare incontri importanti, per conoscere editori o persone che in qualche modo possono contribuire alla promozione delle nostre pubblicazioni. 

Per quanto riguarda me, "Jeans e cioccolato" sarà presente con l'Associazione culturale "Artesottoilsole", che occuperà lo stand numero 46. Le copie saranno disponibili per tutti e cinque i giorni della manifestazione e soprattutto A UN PREZZO SPECIALE, mai visto prima, pensato appositamente per la fiera! Io personalmente sarò presente allo stand nel pomeriggio di sabato 24, ma con ogni probabilità non mi lascerò sfuggire l'occasione di esserci anche in altri giorni, perché nel programma ho adocchiato sin troppi titoli interessanti e mi piacerebbe davvero tanto seguire diverse presentazioni!

Vi terrò aggiornati sull'andamento della fiera! Io... non vedo proprio l'ora di andarci!! 



Simona




lunedì 19 novembre 2012

Monica Portiero e le sue pubblicazioni: intervista all'autrice.

Buon lunedì a tutti! Noi del blog iniziamo la settimana con una nuova intervista-conversazione dedicata ancora una volta ai libri. Stavolta a chiacchierare con me è Monica Portiero, una ragazza semplice e gentile che ci racconta un po' dei suoi libri pubblicati e della sua passione per la scrittura.
Ecco che cosa ci siamo dette!



  • Benvenuta nel mio blog, Monica! Direi di iniziare la nostra conversazione presentandoti ai nostri lettori, se ti va, in modo da conoscerti non solo come scrittrice, ma anche come persona, raccontandoci un po' quello che fai, quali sono le tue passioni... 

Ciao Simona,
di me cosa posso dire? Dunque, innanzi tutto parte della mia giornata è destinata al lavoro, come penso quella di moltissimi.
Sono una persona timida, piena di vivi e lascia vivere e non m'intrometto nella vita altrui o almeno provo a starne fuori.
Nel poco tempo che mi resta scrivo, faccio sport e leggo!
Leggo tantissimo, prima di dormire, nelle pause pranzo, persino mentre mi preparo per fare la doccia.
Amo i romanzi storici, le biografie dei personaggi d'epoca e tutti i libri che non parlino di fantascienza, che mi garba poco. 

  • Hai pubblicato due libri finora, ce ne vuoi parlare? 

In realtà sono tre. Il primo libro da me pubblicato s'intitola Sorrell ed è stato pubblicato nel 2004. Sto cercando di farlo ripubblicare, per cui non l'ho segnalato. 
Nel 2010 ho pubblicato con la nota casa editrice Albatros (nota per essere contestata ovunque) il libro "La mia canzone per te". Di genere "narrativa contemporanea", parla di Jamie, una nota star del pop all'apice del successo. Durante l'ultima canzone del suo concerto, dalla folla parte un colpo e Jamie si accascia sul palco. E' ferita. Mentre fra il pubblico serpeggia il panico, la polizia arresta il colpevole. E' stata Amanda, fan e amica di Jamie, nonché figlia del produttore discografico di Jamie, a sparare. Due ragazze sole, con due vite invidiabili. Una sarà lo specchio dell'altra e aprirà un finale particolare alla storia.
Invece uscirà a giorni "La valle delle ombre" genere western,pubblicato con la casa editrice REI. Questo libro è stato scritto quando avevo 17 anni e per lungo tempo è rimasto "nel cassetto". Parla di due famiglie,una di indiani Lakota e una di cowboy allevatori di bestiame. E' una trilogia e nella prima parte della storia, ho narrato la vita e i sentimenti dei due padri, che anche se uno" rosso" e uno "bianco" hanno molto in comune. A questo punto della storia hanno due figli della stessa età,tredici anni,con i problemi non proprio tipici dell'adolescenza. Piccolo Cervo è un sioux che non vuole uccidere.Non caccia per mangiare e non ucciderebbe un uomo,neanche un bianco, un "wasichu". C'è poi Cory Blackwood che si allena con la Colt tutti i giorni e spara tanto bene da mettere paura anche ai pistoleri più bravi. Cory però ha un'identità segreta: è una ragazza. Il suo destino è quello di incontrare Piccolo Cervo (che in seguito cambierà il nome in Aquila Saggia com'è costume indiano) e le loro strade rimarranno intrecciate.... 

  • Come mai avevi scelto di scrivere un libro appartenente al genere western? Hai dovuto apportare molte modifiche alla storia o è rimasta più o meno quella che avevi scritto da ragazzina? 

Il genere western mi è sempre piaciuto. E' una passione che ho fin da bambina,amo i fuorilegge e gli indiani ed è per questo ho deciso di scrivere un western tutto mio:) La storia è sempre rimasta la stessa, però ho apportato dei cambiamenti, anche in considerazione del fatto che in origine il testo era lunghissimo. Dopo averci riflettuto ho deciso di dividerlo in tre parti e l'ho "aggiustato", caratterizzando meglio i personaggi.
Con "la Valle delle ombre" ho un affinità particolare. Mandai questo testo ad un'agenzia letteraria, che lo accettò, previa qualche modifica, però avevo vent'anni all'epoca e presa dalla mia vita personale, lasciai perdere. A posteriori la cosa mi dispiace parecchio... 



  • Be' sì, è stato un peccato, ma alla fine ti stai decisamente rifacendo nel presente! Quando esce con esattezza il nuovo libro? Come mai hai scelto l'editore R.E.I? 

Dovrebbe uscire a giorni! L'editore R.E.I l'ho trovato su fb. Mi piaceva il suo catalogo editoriale, le copertine dei libri pubblicati mi attraevano tantissimo e ho cominciato a prendere informazioni. Un giorno ho scritto un post in un gruppo di scrittori chiedendo se c'era una casa editrice disposta a leggere un testo western e lui mi ha risposto : "eccola!"
Così ho mandato il file e ho atteso. 

  • In che modo "organizzi" la scrittura? Quando ti tuffi nella stesura di un testo, hai già in mente la trama, quello che vuoi narrare, i personaggi che faranno ingresso nella storia, o forse lasci che la fantasia si faccia spazio nella mente e sul foglio parola dopo parola? 

Ho sempre chiaro il personaggio principale ma la storia si evolve per i fatti suoi. Molte volte la fantasia prende talmente "mano" che mi trovo ad aspettare con ansia la fine... 

  • Una domanda che faccio più o meno a tutti gli autori: è importante per te la promozione dopo aver pubblicato? In che modo ti muovi per promuovere i tuoi scritti? 

La promozione è importantissima ma sinceramente non sono brava a promuovere i miei scritti. Spero lo faccia la casa editrice e io la seguo sull'onda. 

  • Hai in progetto la stesura di un nuovo romanzo? Vorresti continuare a pubblicare? 

Terminerò la trilogia "La valle delle ombre" e ho due romanzi finiti da proporre ad altre case editrici,ma non so se vorrò continuare a pubblicare davvero. Mi piace molto scrivere, mi piace moltissimo, come ad ogni autore credo,tenere fra le mani il libro fresco di stampa,ma il mondo dell'editoria in se stesso, non mi piace molto. 

  • Per concludere ti chiedo se hai mai partecipato o pensato di partecipare a qualche concorso letterario... 

Ho partecipato al concorso letterario La Giara al premio letterario della città di Anguillara Sabazia e all'Ali Penna d'autore. 

  • Grazie per aver partecipato e per essere stata “ospite” sul mio blog. :) In bocca al lupo per i tuoi progetti!


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Per contattare l'autrice:
Pagina dedicata a "La valle delle ombre" sul sito della casa editrice.





Simona





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giovedì 15 novembre 2012

Recensione: "Respiri di Luna", la raccolta poetica di Francesca Coppola


I momenti della poesia sono quelli che richiedono il più estremo sforzo dello spirito, sia nel bene sia nel male. Quando l’anima cede alla poesia, è sempre perché ha bisogno di sfiorare i momenti più estremi, quelli della felicità o quelli della disperazione, quasi come se l’una fosse in legame indissolubile con l’altra. Nei versi della Coppola, in questa sua raccolta poetica dal titolo “Respiri di Luna”, pubblicata dalla Arduino Sacco Editore, capita spesso che il Motivo, come lei lo definisce, di questi momenti estremi che conducono dritti alla poesia, sia l’Amore. Le sue poesie, che lei stessa definisce come una sorta di autobiografia, ricoprono un periodo di tempo fatto di diversi momenti che l’autrice ha vissuto, che l’hanno segnata, che l’hanno fatta sognare ma anche piangere e disperare, che l’hanno addirittura portata, a volte, a un “immaginario spento”, a non saper rispondere agli stimoli della poesia. Ma sarà solo un momento.
E sebbene le poesie dell’autrice amano toccare diversi temi, in un modo o nell’altro è sempre l’amore a trionfare. Anche la Coppola soffre di un amore “anarchico”, che si comporta come vuole, al quale non viene né permesso né negato nulla, tanto qualsiasi comando sarebbe vano. Si sente poi il dolore di un amore sfuggente, a volte struggente, che trova sempre il modo di tornare, ma per sfortuna anche di andare, un amore però che, pur andando, pur facendosi piccolo verso l’orizzonte, lascia intatta e nitida l’immagine del volto, e “non ci sono distanze… neanche quando mi fai male”.
Poi all’improvviso ecco un nome, Andrea, che risuona in tutta l’opera come un triste presagio, quello dell’addio. E infatti è al tempo imperfetto che si parla di lui, è ai ricordi che è legato, deve essere esistito in una dimensione temporale che appartiene al passato e di cui conosciamo la durata, tre mesi, e probabilmente legato a una terra che l’autrice porta dentro di sé, quella spagnola, Barcellona per l’esattezza, una città che a suo dire l’ha cambiata, l’ha fatta maturare, le ha fatto esperire uno dei momenti più intensi della vita, e dopo la quale ha potuto definire la sua Poesia, che si mescola sapientemente, ricordiamo, alla Musica, altro grande amore dell’autrice, con versi che richiamano direttamente quelli di alcune canzoni-chiave, come “The waves” di Elisa e “You’ll see” di Madonna.
La Coppola ci sa fare con le parole e, dopotutto, è la poesia, a differenza della narrativa, a essere di una soggettività struggente, ad aver bisogno di un’analisi più attenta, di una comprensione anche più sensibile, di una lettura concentrata che non sempre porta a interpretazioni totalmente corrette, perché nei versi si racchiudono le emozioni più intense, e le emozioni, anche quando meno intense, non sono mai esprimibili pienamente. Ma forse la magia della poesia continua a risiedere anche in quello, in quell’incertezza che sempre si accompagna alla sua lettura, nell’indefinito, nell’infinito, nei contorni imprecisi e sfrangiati di un istante che può essere, dopotutto, a saperlo, quello di qualsiasi altro animo umano.


A cura di Simona Giorgino



mercoledì 14 novembre 2012

"Quel ridicolo pensiero" sta per uscire + Città del Libro 2012 a Campi Salentina

"Quel ridicolo pensiero" è ormai in uscita. Mancano meno di dieci giorni alla data della sua uscita ufficiale (23 novembre) e, come al solito, mi ritrovo a "realizzarlo" così, da un momento all'altro, cadendo da una nuvola. Incredibile la relazione che intrattengo con il tempo. Non lo prendo mai seriamente, a volte mi sfugge dalle mani, poi lo ritrovo in una domanda (ieri mi è stato chiesto "Quando esce il nuovo libro?", quindi ho dovuto fare qualche conticino), in un lapsus di lucidità o su una pagina di calendario. Passa talmente in fretta che mi pare quasi incredibile. Ed è in questi momenti che mi ricordo di chi mi diceva: <<Preparati, ché dopo i 18 anni il tempo vola>>. 
Io ho compiuto 18 anni nel lontanissimo 2004, e non ci credo, non posso credere che siamo già arrivati al 2012. Ma tant'è. (Siamo nel 2012, no??? :P)

Insomma, siamo vicini alla data ufficiale dell'uscita del nuovo romanzo. Le spedizioni iniziano a partire dal 26 novembre, quindi tempo un paio di settimane e dovrei ricevere le mie copie fresche di stampa.
La copertina di "Quel ridicolo pensiero" mi piace assai di più rispetto a quella di "Jeans e cioccolato". Quando ho pubblicato il primo, ho passato un vero momento di crisi su quella copertina, non ne sono mai stata troppo convinta, volevo una copertina bellissima per il mio primo libro, ma non riuscii a trovarne una adeguata ai miei gusti, nonostante cercai per giorni interi. Quella scelta fu il risultato di un'ardua ricerca che non mi portò a buonissimi risultati. Non dico che "mi accontentai", ma ci andiamo vicini. Poi però piacque abbastanza ai miei lettori, e questo è l'importante!
L'immagine di "Quel ridicolo pensiero", invece, mi è piaciuta subito di più. Mi ha dato l'impressione di racchiudere, in un certo senso, il significato che io ho voluto dare al romanzo. Ho scelto stavolta il plastificato lucido per la copertina, mentre l'altra volta non ero rimasta molto soddisfatta del plastificato opaco. :P Insomma, piccoli dettagli che contribuiscono all'esperienza :).

Sono contenta all'idea di tenere per la prima volta tra le mani il nuovo romanzo. Penso che quello sia un momento a cui non ci si abitua mai, una di quelle emozioni che, ogni volta che arrivano, ti sembra di provare sempre per la prima volta.

Come al solito, sono priva di aspettative. Piena di obiettivi sì, ma priva di aspettative. Ho pubblicato un altro romanzo e quel che verrà sarà sempre e soltanto una sorpresa. Tutto è sorpresa per me, dato che non mi aspetto mai niente. E anche quando mi aspetto qualcosa, succede sempre più o meno il contrario di quello che mi aspettavo! Quindi, W la sorpresa e abbasso le aspettative!

Dal 21 al 25 novembre, comunque, si terrà una manifestazione fantastica sui libri qui nel mio Salento, precisamente in un paese in provincia di Lecce, a Campi Salentina. Si tratta della famosa "Città del Libro", Rassegna Nazionale degli Autori e degli Editori del Mediterraneo, arrivata ormai alla sua diciottesima edizione. E' da quando ho pubblicato che la punto, e quest'anno è finalmente arrivato il momento di parteciparvi! 


Avrei tantissimo voluto parteciparvi con il nuovo libro in realtà, ma questo non sarà possibile perché l'uscita ufficiale di "Quel ridicolo pensiero" avviene a ridosso della Fiera e non avrò con me le copie. Avremmo addirittura potuto presentarlo proprio in occasione della Fiera, perché nel programma della manifestazione sono sempre previste le presentazioni dei libri di nuova uscita. Peccato che "Quel ridicolo pensiero" non possa rientrare nel programma, e solo per pochi giorni di differenza!
Sarò comunque presente con "Jeans e cioccolato". Sarò accanto a un'Associazione Culturale - Artesottoilsole - che mette a disposizione il proprio stand a giovani autori salentini. Sono contenta d'aver colto questa occasione fantastica. Quest'anno la Città del Libro arriva come una specie di festa... perché nel mio piccolo sarò presente anch'io!
Non conosco ancora il numero dello stand dove sarò, né la posizione dove saremo collocati nel quartiere fieristico, ma so che sarò presente con "Jeans e cioccolato" il giorno di sabato 24, e io personalmente sarò allo stand per tutto il pomeriggio fino a sera.
Se avete piacere, ovviamente, venite a trovarmi! (Aggiornerò questa pagina, così che se per caso qualcuno si trovasse a passare da quelle parti e avesse voglia di conoscermi, saprebbe dove trovarmi di preciso!).

Buona giornata a tutti!





Simona


martedì 13 novembre 2012

L'arte è il pane dell'anima. Riflessioni + presentazione linea di accessori femminili firmati Hanul

Oggi non ho nuove conversazioni da farvi leggere, ma vi rimando volentieri a una "vecchia" conversazione avuta con HANUL [Cliccate qui per leggere l'intervista], perché oggi ho intenzione di parlarvi ancora di questo nuovo marchio e dell'artista che si nasconde dietro questo nome.
L'artista in questione è mia sorella, Daniela Giorgino, ma non è assolutamente per il nostro grado di parentela che ve ne parlo. E va be', un occhio di riguardo c'è ed è normale, ma mi ero proposta da diverso tempo di scrivere un post sulle creazioni artigianali e mi sembra più che naturale partire proprio da lei, visto che è l'artista a me più vicina e quella da cui, tra l'altro, proviene l'input principale.
Devo dire che Facebook, inoltre, è stato ed è un ottimo mezzo attraverso cui venire a conoscenza di tante persone che si dedicano a questi deliziosi lavori manuali. Ne fanno di diversi e realizzano un'ampia gamma di prodotti, tutti originali e fuori dagli schemi. Il bello del lavoro manuale e artigianale è proprio la sua rarità, la sua diversità rispetto a tanta merce commerciale che esce fresca dalle fabbriche, tutta uguale, senza imperfezioni e senza colore.

Prima che mia sorella si mettesse all'opera con le sue mani e lasciasse fuoriuscire questa sua passione innata, io non guardavo alle creazioni artigianali con gli stessi occhi di adesso, ero decisamente meno attenta. Non era questione di non apprezzare, era questione di non vedere proprio, di non conoscere, di non aver modo di apprezzare, di non avere l'opportunità di toccare con mano, di non avere sotto agli occhi qualcuno che me la facesse vedere. Daniela mi ha aperto un mondo che conoscevo solo alla lontana, e me lo ha aperto proprio lì, sotto ai miei occhi. 
Questo mi porta anche a riflettere su quanto sia triste che si vengano spesso ad approfondire le cose solo quando le si hanno vicine o quando vengono a bussare alle nostre porte. Mi lascia anche riflettere, però, sulla necessità per i piccoli artisti di farsi conoscere, di arrivare al cuore della gente, di usare a questo scopo i mezzi giusti, il coraggio di osare e di aprirsi al pubblico. 
Vorrei aver aperto gli occhi sull'arte manuale ancor prima che mia sorella iniziasse a lavorare in questo settore e mi ritrovo a domandarmi allora quanta arte ci sia ancora che io non riesco a vedere e che, di conseguenza, non posso apprezzare. Quanta arte che non incontrerò mai, quanti artisti che non si lasceranno mai conoscere abbastanza, arte anche dall'altra parte del mondo che non ha i mezzi giusti attraverso cui venire alla luce e magari rimane nascosta sotto a un velo che ne cela la bellezza. 
L'arte è un dono non solo per chi la offre, ma anche per chi la riceve. C'è bisogno di arte nella vita, c'è bisogno di immaginazione, di creazione, di fantasia. Questo tipo di arte con cui lavorano Daniela e molti altri artisti è un dono per gli occhi, e l'arte in generale, in qualsiasi sua forma, è una specie di pane per l'anima. 
Gli artisti, dal canto loro, e di qualsiasi natura essi siano, quando scoprono di avere dentro di sé quel "dono speciale", devono fare in modo di farsi vedere, e non per vanto o per altro: perché dell'arte, ripeto, non hanno bisogno soltanto loro che la fanno. Le loro capacità sono un'opportunità di arricchimento per chiunque. 

Daniela, o meglio Hanul, per usare il nome del suo marchio, ha iniziato a lavorare con piccoli oggetti per la casa, vassoi fatti con decoupage o dipinti, quadri, contenitori, portachiavi, oggetti di diversa natura, per poi iniziare quasi subito anche il restyling di vecchi mobili, lavorando con lo stile Shabby Chic e similari e, infine, Hanul inizia anche a cimentarsi nella creazione di una linea tutta al femminile, accessori come scarpe, borse, gioielli da indossare e anche molti altri oggetti che vedranno la luce molto presto. 
I risultati sono sorprendenti e fanno pensare che Daniela si fosse già impelagata precedentemente nella creazione di accessori. In realtà questo non è vero, è la prima volta che si cimenta in questo tipo di lavorazione, e a me sembra che Daniela riscopra giorno dopo giorno risorse che teneva nascoste chissà dove in fondo al suo spirito, a volte sembra perfino non accorgersene e poi ecco che esce fuori con una nuova creazione che non aveva mai sperimentato prima. 
Hanul sta decisamente ampliando i suoi orizzonti.

Volevo quindi farvi vedere il primo accessorio della nuova linea femminile venuto fuori da questa "esplosione di creatività". Si tratta di un paio di scarpe, un decolleté molto delicato, che riporta la variazione di un famoso dipinto contemporaneo. Ho avuto modo io stessa di fare qualche scatto alle scarpe in questione (scatti che vi ripropongo qui di seguito) e anche di indossarle per prima (visto che sono del mio numero!) per una "foto dimostrazione".





Il dipinto contemporaneo che Daniela ha realizzato con il sorprendente risultato che vedete nelle foto è "Bacio passionale" di un'artista contemporanea, Sophie Vogel, che come si nota abbondantemente ha realizzato a sua volta una variazione de "Il bacio" di Klimt.

Calzature di questo tipo sono, a mio modesto parere, molto originali e delicate. Ognuna può scegliere, d'altronde, il soggetto che vuole veder rappresentato sulle sue scarpe, che non deve necessariamente essere un dipinto famoso. 

Molte donne stanno già impazzendo all'idea di averne un paio personalizzato (io inclusa ovviamente!). Indossare un paio di scarpe di questo genere ai piedi è come avere un piccolo gioiello che ci contraddistingue, che abbiamo solo e soltanto noi, perché nessun'altra donna al mondo mai ne avrà uno simile. 
Immaginate poi le scarpe coordinate agli accessori. Per esempio, Daniela ha in breve tempo realizzato una borsa che rappresenta, con sua libera interpretazione, "L'abbraccio" di Klimt e ce l'ha fotografata qui di seguito:



Accessori originali e unici. Indossandone, diventiamo un po' originali e uniche anche noi :P! 

In un prossimo post vi parlerò di altre creazioni Hanul che stanno per vedere la luce. 

Ho inoltre alcuni accessori molto carini e originali da mostrarvi non appena ne avrò scattato qualche foto. Questi vengono da un'altra ragazza bravissima nelle lavorazioni manuali, conosciuta magicamente attraverso Facebook!

Mi propongo di scrivere diversi post dedicati all'arte manuale, sempre dopo aver realizzato i miei scatti di dimostrazione (è anche un modo, effettivamente, per dilettarmi nella mia amata fotografia!).

C'è una fantastica idea che gironzola per le "menti Giorgino" quest'anno, un'idea dedicata tutta all'arte che, per quanto mi riguarda, spero si realizzi molto presto, mettendo insieme la forza "delle nostre arti": le sue creazioni e i miei libri. 

Staremo a vedere!




A presto!





Simona




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lunedì 12 novembre 2012

Indagando il mondo della scrittura. Riflessioni insieme a Teresa Di Gaetano, sullo sfondo delle sue prime cinque pubblicazioni.


Chiacchierare con Teresa è stato molto piacevole, domande e risposte si sono perfettamente "incastrate" le une con le altre, con il risultato di una conversazione scorrevole, naturale e, a mio avviso, per niente scontata, cosa che mi propongo di riuscire a fare con tutti i miei cari amici "intervistati". 
Teresa è senza dubbio un personaggio interessante, sin da subito con le sue risposte ha attratto la mia curiosità e il mio interesse. Devo ammettere che avrei avuto piacere a continuare a chiacchierare con lei su alcune questioni che abbiamo solo - per giuste cause - "rasentato", perché Teresa con le sue risposte ha dato degli interessanti spunti di riflessione, ma approfondire significava uscire fuori dalle righe di un'intervista pensata nello specifico per la presentazione dei suoi scritti! [Per tutto quello che va "al di fuori delle righe", dopotutto, ho appositamente aperto il "Salotto di Simo"!]
E Teresa ne ha pubblicati ben cinque, di scritti... finora!

E' lei stessa a parlarcene. Ecco quindi che cosa ci siamo dette!



  • Benvenuta Teresa! Sono ben contenta di chiacchierare un po' con te sulla passione che ci accomuna e sui tuoi romanzi! Quanti ne hai pubblicati finora? 

Ciao Simona e grazie che mi ospiti nel tuo bellissimo blog. Eh... sì ne ho già pubblicati tanti, ben cinque. E sono (secondo l'ordine cronologico): Bubble, Bubble! Dodici racconti, La bambola di vetro, Conchiglia... e altri racconti, La sabbia delle streghe - La leggenda di Primrose (edito dalla Butterfly edizioni) e l'ultimissimo che è uscito quest'anno e che si intitola "Senza di te", un breve romanzo rosa sempre edito dalla Butterfly edizioni. Come puoi notare tu stessa dalle mie pubblicazioni mi sono cimentata sia nei racconti sia nel fantasy sia nei romanzi d'amore. 

  • Be', mi incuriosiscono proprio tutti! Ma essendo un'appassionata di sentimenti e d'amore, prendo l'iniziativa e incomincio a chiederti prima del tuo ultimo romanzo, edito dalla Butterfly, "Senza di te". Quando è stato pubblicato? Che cosa ci puoi raccontare? 

Il libro è stato pubblicato alla fine di Luglio di quest'anno, ma ho aspettato un po' per vederlo pubblicato perché esce per la collana Coccinelle, dove vengono pubblicati libri che si leggono in poco tempo. Però ho aspettato l'Okay della Casa editrice... perché in questa collana si pubblicano libri che hanno passato il giudizio della Casa editrice. La storia, in breve, narra di Nina, una giornalista che apparentemente ha tutto dalla vita: un lavoro, una casa, degli amici meravigliosi. Solo una "cosa" le è venuta a mancare, e cioè l'amore. Il suo amato Pietro, infatti, l'ha lasciata provocando in lei un vuoto interiore incolmabile. Solo la vicinanza di cari amici come Elena e Leo le faranno forse dimenticare il suo triste passato. La storia fa leva soprattutto sugli stati d'animo della protagonista, sull'assenza di Pietro dalla sua vita, quindi sul come ci si sente dopo aver perso un grande amore. 

  • "La bambola di vetro", Teresa, rientra sempre nel genere sentimentale? 

No. E' un fantasy. Però ho costruito delle storie d'amore. Anche qui un po' tormentate. In particolare quella tra il protagonista della storia, Reinhold Kyd, e una ragazza, Latakìa Bèrard conosciuta durante l'avventura. Infatti, è un amore non corrisposto per questo motivo è tormentato. Rey ama Latakìa, ma la ragazza è ancora legata al ricordo del suo fidanzato passato, Alexander, morto in un incidente d'auto ed è per questo motivo che non riesce più ad amare nessuno. Non riesce a dimenticarlo. Comunque, questo libro è molto filosofico, a differenza degli ultimi due libri che ho scritto (e che sto scrivendo ora) che ora non sono per niente filosofici. Ero esistenzialista, quindi... ho pervaso il romanzo di esistenzialismo. Ora ho completamente abbandonato la filosofia nella scrittura per lasciare il posto alla semplice narrazione. E' una "cosa" che ho appreso dai numerosi corsi di scrittura che ho fatto e che spero farò per migliorarmi. 

  • Bene, è una cosa che non sapevo. Ti va di approfondire questo concetto? (non foss'altro che per soddisfare la mia curiosità!). Ai corsi di scrittura insegnano che "filosofare" conduce lontano dalla narrazione come dovrebbe essere? 

Mah! Ai corsi di scrittura insegnano un poco (perché purtroppo sono brevi) a scrivere una storia. Senza fronzoli, senza aggiunte. A narrarla così com'è affinché sia chiara al lettore. Il fatto di non filosofeggiare nella scrittura l'ho anche appreso da me. Il libro (La bambola di vetro) non ha avuto il riscontro di pubblico che purtroppo mi aspettavo. I lettori si sono trovati confusi e non hanno compreso la mia simbologia che stava dietro ad alcuni passaggi che avevo creato, quando ahimè credevo che invece la cogliessero. Forse il problema è stato anche che io ho scritto una storia complessa in poche pagine (sono appena 100), ma l'avevo fatto per non annoiare il lettore. Invece, da questa poco piacevole esperienza ho capito che il lettore preferisce di gran lunga un libro lungo e annoiarsi con tante pagine, che non avere tutto e subito. Oltre che è meglio lasciare stare la filosofia e lasciarla a chi la fa di mestiere, e cioè ai filosofi! 

  • Be', in fondo abbiamo tutti il diritto di "pensare" e di esprimere il nostro pensiero nei modi che riteniamo opportuni, magari senza essere necessariamente dei filosofi... Tuttavia, a livello di narrazione, sono d'accordo con quanto insegnano nei corsi, perché il pubblico, come dici tu, preferisce leggere una storia il cui significato sia subito comprensibile (sebbene magari non sia una regola generale). Ti va di dirci qualcosa riguardo agli altri libri che hai pubblicato? Ci hai detto che spazi tra il genere fantasy e quello sentimentale. Ce n'è uno tra i due che preferisci? 

"Bubble, Bubble!" è una raccolta di racconti. La mia prima raccolta. E' nata mentre facevo un corso di scrittura per corrispondenza con la rivista letteraria Storie di Roma. Una rivista molto letta in America. Grazie a questo corso sono nati la maggior parte dei racconti che poi ho pubblicato. Essendo la mia prima raccolta anche qui è nata come riflessione su un qualcosa, e cioè sul dolore umano. E' una raccolta che hanno letto in pochi, però è piaciuta. "Conchiglia... e altri racconti" è un'altra mia raccolta di racconti. Questa volta brevissimi. Mentre "La sabbia delle streghe - La leggenda di Primrose" (edito dalla Butterfly edizioni) è il primo libro si spera di una lunga saga fantasy. Forse la più lunga che sia mai stata pensata! Ben 14 libri. Io ne ho già scritti quattro (compreso quello pubblicato). Spero proprio di riuscirli a scrivere tutti. Intanto, mi sono messa di buona lena per realizzare questo mio piccolo (o grande?) sogno nel cassetto. Bè credo che il mio libro preferito sia senza ombra di dubbio "Senza di te", perché sì ho messo del mio, della mia immaginazione però é molto autobiografico. Racconto, ad esempio, la mia esperienza nel campo del giornalismo. Cosa che prima di adesso non avevo mai raccontato. E poi sto piacevolmente notando che chi lo legge ci si rispecchia. Questo vuol dire solo una cosa: che sono riuscita a comunicare perfettamente lo stato d'animo di Nina. E questo è stato un po' come un riscatto per me. So che posso migliorarmi, e lavorerò con tutta me stessa per farlo. 

  • Bellissima riflessione Teresa, nell'arte, in qualsiasi forma di arte, penso che ci si senta spesso e volentieri propensi a migliorare e dare sempre di più. Pensa che volevo farti proprio una domanda simile, e mi hai quasi risposto! ^^ Volevo chiederti quanto ti senti migliorata nello stile e artisticamente, avendo scritto già così tanto... Quali sono le differenze sostanziali, se ci sono, che riscontri maggiormente nel paragonare, per esempio, i tuoi primi libri all'ultimo? 

Bè... innazitutto ho imparato dai miei precedenti scritti di non avere fretta. Un racconto, o più in generale un libro ha bisogno di tempo. Di molto tempo. Cosa che non ho purtroppo fatto con la mia prima raccolta di racconti. Ho avuto un po' troppa fretta a vederla pubblicata e, quindi, dopo mi sono accorta di aver fatto degli errori di battitura. Oggi non è più così. Ogni mio scritto lo medito e lo rimedito facendo più bozze di modo che posso accorgermi nel tempo se ho fatto errori o se occorre fare delle aggiunte affinchè la storia funzioni. Quindi, innanzitutto dò tempo ai miei scritti. Poi, come ho detto poco fa, ho rinunziato alla filosofia, quindi oggi i miei scritti sono lineari, la storia è semplicemente narrata. Certo, forse l'unico difetto da correggere ancora è la brevità dei miei testi. Sono forse un po' troppo sintetica. Ma sto lavorando affinchè anche questo difetto scompaia. Quindi, le differenze sono notevoli: testi più meditati e storia semplicemente narrata. Se tu leggessi un mio scritto di allora con uno di oggi, ad esempio con "Senza di te", nemmeno si riconosce più la mia penna. Ho fatto, secondo me, un salto di qualità. Però sono tutte cose che ho appreso con l'esperienza, forse anche perché mi sono scontrata con la dura realtà. Non basta avere inventiva, bisogna saperla porgere al lettore. Il lettore ha bisogno di essere guidato nella sua lettura. E il fatto che con Nina (in "Senza di te") molti si sono identificati con la storia e questo mi premia, mi ha fatto capire come la semplicità nelle cose va sempre premiata. 

  • Sono d'accordo e anche certa che l'esperienza sia fondamentale per uno scrittore affinché possa raggiungere quella che io definisco "la dimensione ideale", quella in cui si sente pienamente appagato e convinto di ciò che scrive. Tu ti sei mai sentita "poco convinta" in merito a un tuo scritto? 

No, mai. Infatti, non rinnego i miei scritti passati. Credo che sia naturale sbagliare come lo è altrettanto imparare. Cerco, come ho detto prima, di non rifare gli stessi errori. E questo ha un prezzo. Significa rinunciare a qualcosa di proprio, ogni tanto. Ma è il prezzo che si deve "pagare" se si vuole piacere al pubblico, ai lettori in particolare. Bisogna scendere a dei compromessi, purtroppo o per fortuna (fai tu!). 

  • Giungendo quindi alla conclusione della nostra conversazione, vorrei farti una domanda: chi è secondo te “lo scrittore”? Ci sono tanti che si definiscono liberamente scrittori, altri che hanno difficoltà a lasciarsi definire così, altri che pensano che lo scrittore, almeno a livello di “mestiere”, non esista affatto. Qual è la tua posizione in merito? 

Secondo me, lo scrittore è colui che scrive. Però per definirsi tale deve essere riconosciuto da un vasto pubblico. Esiste come mestiere, eccome! La Rowling o la Meyer ne sono un plateale esempio! Con le loro opere hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, oltre la moda che hanno "lanciato". Ancora gli scaffali sono pieni zeppi di romanzi sui vampiri. Quindi la loro eco non è andata dispersa. Ecco questo secondo me è essere scrittori: scrivere, essere conosciuti in tutto il mondo, e creare delle mode nella scrittura. Purtroppo, ci vuole anche una componente che non tutti hanno, e cioè un pizzico di fortuna. Inventare una storia, pubblicarla nel momento giusto, col giusto editore, sono ingredienti del successo di un'opera. Ma questo, ovviamente, è un mio pensiero. Io prima scrivevo nascondendomi. Credevo di essere l'unica con questa grande passione e la custidivo gelosamente. Poi, iniziando a navigare su internet ho scoperto di condividere questa grande passione con moltissime persone. Questo è molto bello. Vuol dire che c'è tanta gente che ama le parole, però se da un lato è una cosa positiva, dall'altro è più difficile emergere. Siamo in tanti ed è difficile far conoscere nel piccolo le proprie opere, figuriamoci a conquistare il mondo e a dettare moda. Però uno su un milione ce la fa. Quindi, bisogna senza ombra di dubbio avere sì talento, ma anche una buona dose di fortuna. E la dea bendata non puo' accontentare purtroppo tutti. Nel mio piccolo spero di avere un domani un mio piccolo pubblico che mi segue. Nel frattempo, cercherò sempre nuovi stili, nuovi modi di raccontare le mie storie fin quando non avrò trovato finalmente la mia strada... 

  • Benissimo Teresa :). Per finire, immagina di dover "persuadere" un lettore a scegliere il tuo ultimo libro anziché quello di un altro scrittore: che cosa gli diresti? Quali aspetti del romanzo metteresti in evidenza? 


Leggete "Senza di te" perché è una storia d'amore nella quale vi rispecchierete. E dopo tanto dolore, scoprirete che c'è sempre una speranza. L'amore è dietro l'angolo.
Leggete "La sabbia delle streghe - La leggenda di Primrose" perché è il primo libro di una saga che sono certa con gli altri libri vi entusiasmerà sempre di più, come sta entusiasmando anche a me che la sto scrivendo. 

  • E' stato un vero piacere chiacchierare con te e ti faccio un sincero in bocca al lupo in merito ai tuoi progetti. :) Grazie per essere stata con noi! 

Grazie a te per questa bella chiacchierata!




___________________

Potete contattare l'autrice attraverso i suoi bellissimi blog: 





Simona





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Per rispondere a un'intervista, scrivimi: alamuna@gmail.com





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