Bisogna che tu vada in fretta. E non dimenticare niente, ricorda di prendere tutto. La sciarpa, là sulla poltrona, non dimenticarla. Potrebbe accorgersi che ci sei stato. Sono tormentata e terrorizzata dall’idea che potrebbe accorgersene! Magari riconoscerebbe la sciarpa, l’hai indossata anche quando c’era lui? Te lo ricordi? Vedi di ricordarlo. Ne ho bisogno. Ho bisogno di questi dettagli, sono diventata paranoica. L’ultima volta che l’ho guardato negli occhi (non so neanche quando è stato) ho visto una scintilla di odio, mi odia, lo sento. Potrebbe aver capito qualcosa. Tu dici? Dici che non è come penso? Come fai a esserne così certo? Ma se lo sei tu, allora mi sento tranquilla. Sicuro che non abbia capito niente? Eppure me lo dico sempre, che non mi va, non mi va per niente di vivere con addosso quest’angoscia, e questi sensi di colpa poi, non ne parliamo! Smettila di baciarmi. Ti ho già dato tutto, tutto quello che vuoi. Ti ho dato perfino la mia anima. Sono completamente tua. E non so cosa sia successo, perché me lo chiedi? Non so perché mi sono innamorata di te. Sarà solo un pretesto per evadere dalla noia, dalla monotonia di questi pendoli appesi nelle stanze, queste stanze ingrigite, buie, cupe. Le vedi, tu, quanto sono cupe? No, infatti. Tu non puoi vederlo. Tu le vedi colorate, questo è un nido di passione per te. Ma per me è il nido dell’amore, quello che era nato tanto tempo fa e che poi si è sfumato insieme ai colori di queste pareti. Che qualcuno mi insegni, allora, a ravvivare il mio cuore. Oltre te! Oltre te non c’è nessuno che può farlo? Per ravvivare il cuore io ho bisogno soltanto di un altro uomo? Non potrei partire? Fare un viaggio? E tornare magari ancora più innamorata di lui? Ma no, tu non puoi capire! Lasciami stare! Tu pensi solo a te stesso, ad avermi tua, soltanto tua, ma intanto io non riesco più a guardarlo negli occhi! Chissà se anche lui ha un’amante. Magari una bella ragazza giovane, una ventenne, con i capelli soffici, le gambe senza la cellulite, lisce come seta. Le comprerà dei rossetti e le offrirà un sacco di cene e pranzi, perché lui è un uomo ricco e potente. Presto, fai in fretta! Potrebbe essere qui a momenti.
Oddio! Ho udito un rumore. Un rumore sordo, su per le scale. Lo senti anche tu? Dai, fa’ più in fretta che puoi. Sta salendo! Sento i suoi passi vicini, vicini. Dovresti andare, esci da qui, dalla solita porta che dà sul balcone e che conduce in giardino, verso l’uscita. Io e lui usciamo spesso su questo balcone, ogni volta che è mattino. Ci piace ammirare l’alba e toccare le gocce di rugiada sulla ringhiera. Poi a volte mi guarda negli occhi e mi dice che mi ama, e io in quel momento sto sempre lì a chiedermi se lui mi ami sul serio e, se questo è vero, come abbia fatto a conservare dentro quel fuoco che tiene acceso l’amore anche dopo tanti anni. Ciao, amore mio, ti chiamo non appena posso, ora va’, da qui, sul vialetto che conduce in giardino, verso l’uscita.
S. Giorgino, 04/06/2010
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