Mi butto a capofitto. Non so dove arrivo. Dove vado a sbattere la testa.
Non sono mica la prima, in fin dei conti, no?
Tutti, nessuno escluso, continuamente senza garanzie.
Così, mi butto a capofitto. Una scelta. Nulla di ché. Non posso stare sempre a temere dei passi che faccio.
Certe scelte - quasi tutte oserei dire - le si prendono "alla cieca".
E non posso veramente farmi problemi per questo. Giacché non sono nè la prima nè l'ultima a non avere garanzie sul futuro. Dobbiamo o non dobbiamo, alla fine dei conti, tutti quanti essere pronti al bene e al male, perché può accadere sia l'uno che l'altro?
Mi butto a capofitto con l'idea che andrò a sbattere la testa proprio contro quel muro di gomma che mi sono prefissa. Poi con il tempo, nel volo, probabilmente la traiettoria devierà di un poco. Il muro di gomma sarà abbastanza esteso da accogliermi ugualmente, nonostante la deviazione, leggerissima, avvenuta in volo, durante il tempo? O sono così pesante che neppure il vento, in volo, è in grado di deviarmi? Io, intanto, mi butto: ehi, muro di gomma, tu non ti spostare!!
Bisogna osare per capire se la scelta è giusta, a volte ne manca il coraggio a volte no, ma se non si tenta e non ci si butta non si potrà mai capire se quel treno fermo a quel binario aspettava proprio noi.
RispondiEliminaMa si' che andrà bene ! E se andrà male, ci si riprova.Io faccio sempre cosi' : anche se qualcosa mi preoccupa, la affronto e vado. L'importante è metterci tutta l'energia possibile.. il risultato è (piu' o meno !!) un dettaglio.Io pero' sono un'ottimista "a oltranza".. ;-) ..
RispondiEliminaE' l'atteggiamento più giusto, il vostro. I miei "mi butto a capofitto", in verità, sono sempre preceduti da ragionamenti vari, da dubbi, domande, ma alla fine lo faccio! L'importante è non tirarsi indietro per paura o dubbio :-)
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