Scritta scorrevole

"Go as far as you can see, when you get there, you'll be able to see further" (T. Carlyle)

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Insegnante di inglese appassionata di scrittura e di fotografia e profondamente innamorata degli animali. Questo blog è un ampio rifugio in cui condivide passioni, letture, riflessioni, novità sui suoi libri e molto altro. INSTAGRAM: @simona_giorgino (profilo autrice), @photosfromthewind (profilo fotografico).

sabato 22 gennaio 2011

Di chi si affanna per una posizione nella vita

Ci sono cose ben più grandi di me. Con cui non mi sono ancora confrontata.
Cose a livello pratico. Fino ad un certo punto le senti persino "fuori della tua portata". Ma se non tenti non lo puoi sapere. Arriva infatti, poi, un momento, in cui apri gli occhi e vedi intorno a te, dietro, davanti, di lato, un immenso flusso umano in cui tu sei solo un punto: un punto fermo. Ti rendi conto, quindi, che ti devi muovere anche tu. Non puoi stare fermo, pena il tuo insuccesso.
Senza accorgermene, mi ritrovo anch'io a correre insieme a molti altri, come fossi partecipe di una vera corsa (a ostacoli probabilmente) in cui cercare di arrivare (non per forza prima - sarebbe davvero troppo ambizioso - bisogna soltanto arrivare).
Perché, dico io, non posso farlo?
Al di là del fatto che se hai una laurea specialistica o due lauree potresti fare di più rispetto a chi ne ha solo una (magari una triennale, quindi una laurea "incompleta" - mi viene da definirla così, a giusta causa) o a chi non ne ha neppure una ed anche, comunque, al di là del fatto che oggi in Italia non vale neanche più avere un titolo di studio tanto vanno più o meno tutti gettati nel cesso, comunque anche io ho capacità, anch'io potrei tentare, anch'io potrei sperare nell'apertura di porte, portoncini, orizzonti.
Anch'io posso.
Ci sono cose ben più grandi di me, con cui di solito non mi confronto, proprio perché non le prendo neppure in considerazione. Come se vivessi davvero in un altro mondo. Stamattina il mio ragazzo mi ha affibbiato l'etichetta di "Simona in wonderland". Lì per lì mi ha fatto sorridere, pensando che sarebbe potuto essere un buon titolo per il mio blog. Poi ci ho riflettuto su.
Ci sono persone molto meno pratiche di me, ma non è a quelle che devo guardare, bensì a quelle che lo sono molto più di me. Non ci si può accontentare di restare in uno stadio "intermedio", nel quale mi colloco io (non mi colloco nello stadio base nè in quello avanzato, quanto a "persona che s'affanna per una posizione nella vita", mi riservo umilmente e allo stesso tempo presuntuosamente una via di mezzo, l'intermedio). Bisogna sempre fare di più, fare di più, guardare a chi sta più avanti, non certo per invidia, ma per ambizione e stimolo, per spronarsi a lottare e a migliorare.
Perché, dico io, restare dove siamo quando possiamo andare più in là, fare passi in avanti, uscire dal proprio "stadio intermedio"?
Non sarà semplice. Ci saranno evidenti ostacoli - imposti, per primo, dal governo (limiti di partecipazione a concorsi - che non riguardano la formazione - non sono una specie di "ostacolo"? A me par di sì - troppe strade precluse).
Quante volte ancora sogneremo una nostra "posizione"?
Quale sarà, piuttosto, mai, la posizione della nostra vita?
Quando finirà, se finirà, questa corsa-affanno ad accaparrarsi la possibilità di "essere qualcuno"?
Chi sul serio oggi svolge un lavoro che gli piace o, meglio, il lavoro che ha sempre sognato di fare?
Accontentarsi o non accontentarsi?

5 commenti:

  1. ..Mi sbaglio o, ultimamente sei un po' preoccupata ? Condivido molto di quello che dici.Poi, il "futuro" spaventa un po' tutti,
    particolarmente in un momento MOLTO difficile come quello di adesso.Io tendo sempre a vedere tutto in positivo (ebbene si',
    anche io sono parecchio "in Wonderland" ;-) !), ma questo non significa che non mi rendo conto di quello che ho "intorno".
    Cerco di fare del mio meglio per cambiare il "mondo" (per quello che è possibile.. certo, forse è solo un'utopia).La
    decisione di intraprendere un certo tipo di studi (tu sai di che parlo.. :-) ..) viene anche da questa idea.
    Se posso darti un consiglio, piu' che alla "posizione nella vita", prova a capire bene che cosa vorresti essere,
    o diventare, e poi lavoraci con tutte le tue forze.. vedrai che qualcosa di buono verrà.
    Non farti spaventare dagli ostacoli (che ci sono, eh... nessuno lo nega), pero' l'importante è continuare a "sognare",
    e andare avanti (nel senso di avere comunque obiettivi, e provare a raggiungerli).
    La conosci la (bellissima) canzone "L'isola che non c'è" di Bennato ?
    Se non la conosci, prova a cercare il testo su internet.. è anche molto poetica.
    Ciao, buona serata ! :-)

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  2. Sono parecchio sognatrice anch'io, parecchio in wonderland, sono certamente una che tende a inseguire i propri sogni (ti ho raccontato già un pò di questo), ma ad un certo punto mi viene detto che bisogna smetterla di sognare, perché coi sogni non si campa. Ed in fin dei conti la mia "preoccupazione" deriva proprio da questo. Devo continuare ad inseguire a vita i sogni? Qualcosa di concreto bisognerebbe pur farlo, no? Ad un certo punto, credo io, si sa benissimo, dentro di sé, quello che possiamo fare adesso e se siamo disposti o meno ad inseguire un sogno o a rinunciarvi.
    La situazione dei giovani di oggi non è affatto semplice. Se non pensiamo oggi al nostro futuro, è possibile che domani avremo sempre meno volontà di farlo. Non è per tutti così, lo so, c'è sempre l'eccezione alla regola (e ben venga!), ma io mi ritrovo in questo momento della mia vita a nuotare - non ancora annegando, per fortuna ;-) - tra scelte, cambi, decisioni, crescita. Sto avendo bisogno di tempo e punti di riferimento da me stessa fissati. Di "posizioni". Per quel che si profila all'orizzonte, non sto riuscendo a farlo esattamente con serenità. :-)

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  3. E' un equilibrio molto difficile.E' vero, con i sogni non si vive,
    infatti io mi ritrovo a studiare alla mia "veneranda" ;-) età..
    Proprio perchè prima non mi è stato possibile. (e vediamo se ora mi
    riuscira'! ne ho di cose da fare.. :-) ..)
    Ti capisco benissimo, e dimostri molta maturità a porti queste domande.
    Io pero', non riesco proprio a essere d'accordo con chi dice che si
    deve smettere di sognare.. E' vero, a un certo punto bisogna pur
    essere concreti, ma per me un pizzico di sogno dobbiamo mantenerlo sempre,
    anche se fosse solo, ormai, una piccolissima speranza.
    Senno', uno piano piano si spegne.. io vivo in una grande città, lavoro
    a contatto con tanta gente, ne vedo tante di persone "spente", quasi
    senza vita, a volte mi viene una gran tristezza.
    Forse è la parola "sogno" che porta un po' fuori strada; quando dico
    di non abbandonarlo, intendo dire di non abbandonare la capacità di
    stupirsi, la capacità di vivere con entusiasmo ogni momento, proprio
    come quando si hanno disponibili tutte le possibilità.
    Poi, è ovvio che bisogna fare i conti con la realtà.. ma le due cose, per
    me, non sono incompatibili. E' solo un po' complicato.. ma, come diceva
    il mio maestro di karate "a noi le cose facili, non piacciono.." ;-) ..
    Dai, non preoccuparti ! Sei una ragazza in gamba.
    Ciao ciao !

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  4. Grazie della tua presenza e della tua testimonianza!
    Non sono d'accordo neanch'io sul fatto che i sogni vanno abbandonati, non inciterei mai a farlo (sono la leader numero 1 della wonderland!:-) ), dico solo che a volte la realtà ci mette di fronte a delle scelte ben precise, che probabilmente spingeranno a rinunciare (anche solo temporaneamente) ad uno o più sogni.
    La cosa importante è che comunque si riesca a trovare un proprio equilibrio e si sappiano gestire le "priorità" della vita. A volte si fa una gran confusione con le priorità, nella vita! :-)
    Grazie di cuore, Laura! ;-)

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  5. Sono nella stessa situazione...sogno, sogno, sogno... anche se faccio altro, io non riesco a smettere di sognare e di pensare ad altro... avete detto bene, la realtà "spegne" la gente, come candele... diventa quasi un anestetico la quotidianità, è da quella che fuggo sempre... dalla noia mortale della quotidianità, delle "stesse cose" ripetute ogni Santo giorno, quasi meccanicamente. Se non sognassimo qualcosa di diverso, come si farebbe? Ci spegneremmo anche noi come candele e io dico "no", perché la vita è già troppo dura, troppo e dobbiamo farci coraggio da soli con le cose che ci piacciono, che ci piace fare, che ci conquistano, che ci rasserenano, altrimenti tutto diventa fatuo, se non si sta bene, è chiaro che mi spengo. E' automatico.

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