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Riflessioni di una zitella, di Giordana Ungaro
Sarò atipica o semplicemente meno tipica, o forse identica a tutte le altre, non lo so e trovo inutile giudicarmi visto che il resto dell’umanità ci pensa già ampiamente a farlo.
Sono una donna e come tale vittima delle debolezze e dei bisogni femminili, ammetto e accuso l’assenza di un uomo al mio fianco.
Sono single e per nulla contenta di esserlo. Come tutti vorrei incontrare l’altra metà della mela, il problema è che non la trovo. Non nego nemmeno di cercarla, anzi, ammetto che la cerco ovunque, in ogni individuo dotato di testosterone che mi passa accanto, in ogni luogo affollato o sperduto, in ogni situazione ma … ecco … questo è il problema: il “ma”.
A vent’anni mi piacevano tutti, m’innamoravo ogni cinque minuti, quindi la scelta era ampia. A trentadue no e si riduce sempre più. Forse è più un bene che un male e dato dal semplice fatto che l’amore maturo non si riduce ad un aspetto piacevole, qualche complimento e un istinto sessuale. Alla mia età la bellezza è soggettiva ma l’intelligenza e la complicità invece diventano fondamentali. La cosa triste è che la maggior parte di coloro con cui esco mi fa rimpiangere di non essere invece a passeggio col mio cane: meno noioso, egoista, impostato e per nulla intenzionato solo a sfilarmi le mutande.
Mi sono accorta di avere delle regole, dei cliché di selezione che mi portano verso un certo prototipo di uomo, insomma mi ritrovo a tagliare fuori una fetta considerevole di possibili candidati secondo dei dettagli che, in base al mio gusto, rendono il “maschio” sicuramente poco virile. In primis evito il tipo “alla moda”, talmente attento all’esteriorità da dimenticare poi che l’involucro deve pur contenere qualcosa. Poi c’è il: “Noooo.... io?! Non esco con te per portarti a letto!” che trovo piuttosto ipocrita poiché l'istinto sessuale è predominante nel dna maschile soprattutto all’inizio nella scelta di una partner. Inoltre un minimo di desiderio devo suscitarlo no?
Poi ho notato che “elimino” a priori uomini da certi piccoli (e per me orridi) dettagli tipo quelli che hanno un cane minuscolo, non so bene perché ma non ci vedo niente di ‘macho’ nell’uomo che porta a spasso un Chihuahua; quelli con la canottiera, non si può vedere addosso a nessuno che sia fisicato come Ken il guerriero o meno; quello con il perizoma (ma questo è un dettaglio di cui purtroppo ci si accorge troppo tardi, assieme ad un altro che preferisco tralasciare); quello depilato con annesso ritocco sopraccigliare dall’estetista; l’uomo zerbino (ma questa è una repulsione comune a tutte a quanto pare); il ponderato, ossia quello che non fa vedere mai un’emozione, che non si arrabbia, che non s’ingelosisce, che non s’incaponisce che non ha una posizione o che ha paura a mostrarla. Poi elimino: i “banali elettroencefalogramma piatto”, ossia coloro che nella vita non hanno almeno due passioni a prescindere dal lavoro che svolgono; gli “ho sempre bisogno della tua approvazione”; vade retro anche allo schizzinoso, che si ‘schifa’ di tutto e che vuole una donna che passi la giornata a sterminare i germi in ogni angolo della casa.
L’uomo che cerco deve amare i cani e non solo, perché nella mia vita ce ne sarà sempre uno al mio fianco e poi credo che le persone che amano gli animali abbiano sempre un animo buono e gentile, rivelato o nascosto che sia.
Insomma più che del principe azzurro, sono in attesa di un cavernicolo, con la barba incolta, che arrivi a cavallo di un bue con una clava in mano e stivali di gomma e che per conquistarmi mi porti alla “sagra della salsiccia”. Chiedo troppo? Credo che resterò zitella.
Giordana Ungaro
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