“Sulle orme della notte”, pubblicato dalla Ciesse Edizioni e scritto da Tiziana Iaccarino, è un romanzo forte nei sentimenti e nei contenuti. La narrazione è estremamente scorrevole, l’autrice dimostra padronanza, sicurezza di sé e convinzione. La capacità di uno scrittore di tenere viva l’attenzione del lettore non è un aspetto comune e in questo libro ne abbiamo da vendere. Il linguaggio non è per niente immaturo, e nulla è lasciato al caso. Si tratta piuttosto di un linguaggio ricercato, elaborato, dove le parole sembrano essere state studiate in modo che potessero risultare in armonia con le altre, non ci sono aggettivi o sostantivi discordanti, le espressioni usate sono frutto di quella che a me sembra un’incalzante ricerca della perfezione, della linearità. Il risultato è un linguaggio sicuramente raffinato, non comune.
“Sulle orme della notte” è un libro che sembra trasmettere la profonda sensibilità della stessa autrice, che ha spesso affermato di aver riversato parecchia parte di sé nel personaggio che ha creato.
Deana è la protagonista in questione, una ragazza apparentemente come tante altre, ma che, come spesso accade, nasconde un segreto e lo fa senza neanche rendersene conto, perché è nel suo inconscio che lo tiene custodito. Saranno sogni e incubi notturni a darle dei segnali e a mescolarsi perfettamente, al contempo, ad alcuni episodi che la porteranno pian piano a scoprire una verità atroce, che per troppo tempo ha cercato di rimuovere dai suoi ricordi, provocando una profonda inquietudine di vivere.
Tiziana Iaccarino |
Siamo in grado di respirare la fragilità di Deana già dalle prime righe del romanzo, dal momento che la vicenda si apre con un episodio che dà voce alla sua muta disperazione. Infatti, la troviamo aggrappata a un ponte che si affaccia su acque tumultuose, nella splendida Venezia, e sta per commettere un gesto inconsulto. E' con la morte che vuole porre fine alla sua inquietudine, ai fantasmi che abitano il suo inconscio. Ma il romanzo di Tiziana Iaccarino non è solo questo, non è un romanzo all’insegna dell’inquietudine e del male di vivere. Anzi, la carica positiva che comunica è qualcosa a mio avviso di incomparabile. Questo libro suggerisce che in ogni momento buio della vita c’è sempre una luce che può portarti in salvo. E nel caso di Deana la salvezza è ovunque.
In primo luogo è dentro di lei, nel suo inconscio, appunto, nella parte più profonda di se stessa, dove è in grado di trovare finalmente la forza per affrontare i suoi demoni e uscirne salva. Perché dai demoni ci si salva solo nel momento in cui si trova il coraggio di affrontarli. “Vivere da rassegnati è come vivere da spettatori di una condanna”, scrive la Iaccarino, e in queste parole senz’altro è racchiuso il significato più importante del suo romanzo.
In primo luogo è dentro di lei, nel suo inconscio, appunto, nella parte più profonda di se stessa, dove è in grado di trovare finalmente la forza per affrontare i suoi demoni e uscirne salva. Perché dai demoni ci si salva solo nel momento in cui si trova il coraggio di affrontarli. “Vivere da rassegnati è come vivere da spettatori di una condanna”, scrive la Iaccarino, e in queste parole senz’altro è racchiuso il significato più importante del suo romanzo.
Un altro appiglio di speranza che porta alla salvezza è l’amore. E nel caso di Deana, l’amore è una salvezza in tutto e per tutto. La salva dalla sua tristezza, dalla sua angoscia, diventando uno spiraglio di luce e di speranza, ma la salva anche dal ponte sul quale sta cercando la morte. E' infatti proprio lì, a Venezia, un posto emblematico anche per la stessa autrice, che Deana incontra un uomo. Lui la afferra, la ferma, le impedisce di compiere quel gesto avventato. La salva.
Potrei affermare di aver individuato nella parola “salvezza” la chiave di lettura dell’intero romanzo.
Recensione a cura di
Simona Giorgino
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