Il libro di Gianni Santoro è scritto davvero bene. L'autore racconta con un ritmo incalzante e con un'ottima abilità descrittiva i suoi incontri (non tutti, se avesse dovuto raccontarli proprio tutti avrebbe dovuto scrivere un volume capiente almeno quanto un'enciclopedia :P) con donne conosciute attraverso il web e gli annunci per cuori solitari.
La storia raccontata in "Astenersi perditempo", dunque, è la storia vera di Gianni Santoro, giornalista pubblicista di Milano che, dopo una collezione proficua di incontri e appuntamenti al buio (700 appuntamenti), ha pensato di registrare nero su bianco quindici anni della sua vita, mettendosi completamente a nudo. Ehm, è un modo di dire! :P
L'idea mi piace, anche perché devo dire che l'autore, senza risparmio di dettagli, mostra una realtà attuale parecchio diffusa, non dando nulla per scontato e riuscendo a scavare nella profondità della tematica, fornendo spiegazioni, raccontando dettagliatamente "le radici del vizio", cercando di capire insieme al lettore da dove deriva quel senso di "solitudine" che spinge tanta gente a cercare, cercare, cercare, e a "trasgredire".
Sicuramente attraverso l'esperienza dell'autore siamo in grado di comprendere una porzione di realtà che spesso viene ignorata, proprio perché sono in pochi a riuscire a parlarne con così tanta franchezza. Come afferma lo stesso autore da qualche parte nel libro e con altre parole, il mondo della chat e degli appuntamenti al buio viene spesso etichettato come "sbagliato", forse immorale, e continuano a esserci pregiudizi su questa pratica, che spesso viene quindi condotta nel più totale segreto.
Sicuramente attraverso l'esperienza dell'autore siamo in grado di comprendere una porzione di realtà che spesso viene ignorata, proprio perché sono in pochi a riuscire a parlarne con così tanta franchezza. Come afferma lo stesso autore da qualche parte nel libro e con altre parole, il mondo della chat e degli appuntamenti al buio viene spesso etichettato come "sbagliato", forse immorale, e continuano a esserci pregiudizi su questa pratica, che spesso viene quindi condotta nel più totale segreto.
Ripeto, l'idea mi piace. Mi sono piaciuti molto il linguaggio, la scorrevolezza della narrazione e quell'immancabile pizzico di ironia che rende deliziosi alcuni passaggi.
A tutto questo, però, devo aggiungerci solo un mio personalissimo ma, che non va nel modo più assoluto a togliere valore a questo scritto, attuale, d'impatto, divertente, che vi invito a leggere, anche perché come al solito è tutto troppo soggettivo!
A tutto questo, però, devo aggiungerci solo un mio personalissimo ma, che non va nel modo più assoluto a togliere valore a questo scritto, attuale, d'impatto, divertente, che vi invito a leggere, anche perché come al solito è tutto troppo soggettivo!
Gianni Santoro |
Ma... sulla fine non svelo niente. E va bene, in realtà non ce lo svela neppure l'autore :P, ma devo dire che, almeno, dopo queste corse affannate, incalzanti, che si concludono sempre con il niente e che apparentemente non portano a nessuna svolta, Gianni Santoro ci lascia con una bellissima speranza, ci apre uno spiraglio, e sembra dirci: probabilmente non ho fatto tutto questo per niente.
Sarà che chi corre, corre sempre per raggiungere qualcosa. O qualcuno.
Tutto sommato una piacevole lettura.
Simona
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