Una giornata non proprio felice, dei grossi esami da studiare su cui sono ancora in alto mare, un cagnolino sulle gambe che mi trasmette un grande calore, l'attesa di un corriere Zalando, la voglia di urlargli addosso come nella pubblicità e di sentirlo urlare a sua volta, l'errore di un altro ordine di 85 euro inoltrato a New Look nella certezza di non avere un centesimo sul mio conto Paypal e la loro attesa che io lo ricarichi in modo da prendersi i miei soldi, un tempo incerto e uggioso, probabile causa del mio senso di malinconia, una bella mostra fotografica a cui ho partecipato ieri sera, tanta bella gente incontrata, salutata, conosciuta, la felicità di essere stata citata dal relatore, il presidente di Gaia Arte, che mi ha ringraziata pubblicamente di essere presente, anche con il mio blog, nella loro vita, la gioia di condividere momenti d'arte con persone a me tanto vicine, anche e soprattutto spiritualmente, un romanzo inedito di cui non conosco ancora il destino, la consapevolezza di aver fatto una cazzata ad abbandonare la palestra e la consapevolezza che sia troppo tardi per riprenderla ora che gli impegni non mi permetterebbero di frequentarla, idee e progetti che navigano per la mia testa, quasi tutti di difficile realizzazione, perché le cose facili pare che non mi abbiano mai particolarmente attratta, due belle interviste preparate stamattina e in arrivo sul blog prossimamente, il desiderio che si capisca, prima o poi, che un po' soli lo siamo tutti nella vita, che sì, gli altri possono essere presenti, ma il grosso lo devi fare tu, con le tue forze e il tuo coraggio, perché ognuno è coinvolto in una lotta speciale, in un disegno complicato, in un intreccio miracoloso, in un vortice di sentimenti, dolori, sorrisi, lacrime, desideri, delusioni, aspettative fallite, e poi, ancora, un pranzo che non mi va di cucinare, la voglia di una gita che non potrò fare, ultima lettura terminata: "La figlia sbagliata", di Jeffery Deaver, un thriller psicologico intrigante ma con una fine che mi ha lasciata un po' perplessa, con un ex psichiatra furbissimo che si lascia abbindolare, alla fine, da un avvocato oratore, in un modo che si direbbe un po' improbabile rispetto alla sua personalità, altri romanzi da leggere, tantissimi, domande irrisolte, voglia di indossare vestiti estivi. Cose di vita, semplicemente. Di vita che scorre.
Simona
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