Quello che mi è piaciuto del racconto di Inkheart è stata la capacità dell'autore di descrivere intensamente un breve momento, ovvero quello che precede il sonno. Quello che mi è piaciuto ancora di più, personalmente, è stato il fatto che il racconto non affronta un tema preciso, un argomento specifico, non è una storia, sembra vagare alla ricerca di nulla, non pretende niente, è scrittura allo stato puro, un vincente accostamento di parole che rende interessante un momento così fugace, un momento che viviamo praticamente tutti ma su cui in realtà pochi di noi si soffermano a riflettere. Inkheart lo chiama "desiderio di oblio": quando ci addormentiamo, la mente si lascia andare, si libera degli schemi, e noi diventiamo "un po' come i matti".
Molto carino!
E ora vi lascio a una breve intervista in cui a rispondere è, ovviamente, Inkheart, l'autore di "Pensieri d'inchiostro".
Benvenuto nel mio blog. Il tuo racconto “Pensieri d’inchiostro” descrive un solo momento: l’attimo in cui si chiudono gli occhi per addormentarsi, lasciandosi alle spalle la giornata trascorsa, e poi quello simile del risveglio. Che cosa ti ha spinto a scrivere queste righe?
Molto carino!
E ora vi lascio a una breve intervista in cui a rispondere è, ovviamente, Inkheart, l'autore di "Pensieri d'inchiostro".
Benvenuto nel mio blog. Il tuo racconto “Pensieri d’inchiostro” descrive un solo momento: l’attimo in cui si chiudono gli occhi per addormentarsi, lasciandosi alle spalle la giornata trascorsa, e poi quello simile del risveglio. Che cosa ti ha spinto a scrivere queste righe?
Stavo guardando un film in tv, non ne ricordo nemmeno il titolo a dire il vero, ma mi colpì quello che vidi. Un colletto bianco che crollava sul divano dopo una lunga giornata di lavoro, ho cercato di immaginare ciò che provava ed è venuto fuori questo racconto.
Hai scritto anche altri racconti simili, che magari descrivono momenti brevi, attimi sfuggevoli?
Sì. Un mio "racconto" è formato addirittura di solo 5 parole! Non bisogna sempre essere prolissi per descrivere un'emozione.
Che rapporto hai con la scrittura? Quando hai scoperto che ti piaceva scrivere?
E' stato un caso. Una sera ho come sentito il bisogno di "sporcare" un foglio bianco sulla mia scrivania e mi sono ritrovato a scrivere e pian piano ho iniziato a prenderci gusto.
Se dovessi pubblicare, di che genere di libro ti piacerebbe essere autore?
Mi piacerebbe pubblicare una raccolta. Per quanto riguarda il genere, preferisco scrivere racconti introspettivi. Il foglio diventa quasi il mio psicanalista, che senza dir nulla, riesce a tirar fuori tutto quello che sento.
Qual è la tua opinione sull’attuale situazione editoriale italiana?
Sfortunatamente trovare editori seri è diventato complesso. Molti preferiscono la pubblicazione on line, per tagliare le spese, ma il mio sogno è scrivere per una grande casa editrice. Come dire, ho standard bassi!
Che rapporto hai, invece, con la lettura? C’è un genere che preferisci più degli altri o sei un lettore “onnivoro”?
Leggo di tutto, passando da Wilbur Smith ad Italo Svevo, per poi tuffarmi su Stephen King. Tutto ciò che ha un senso logico è degno di esser letto!
Che cosa deve avere un libro per conquistarti? Che cosa ti piace solitamente di uno scrittore?
Sono dell'idea che bisogna provare tutto e, solo alla fine, fare una cernita. In generale amo la suspance, il climax, i colpi di scena. Non disdegno le pause e le digressioni, ma certamente rendono un libro molto più duro da leggere.
Puoi lasciarci qualche link dove poterti raggiungere e dove poter leggere qualcosa di tuo?
Sfortunatamente no. Sono un neofita e non mi piace troppo pubblicare in web. Amo il cartaceo, un po' meno gli schermi del pc.
In bocca al lupo, a presto!
Crepi! Spero un giorno che possiate leggere qualche mia raccolta su carta stamapata! E, Simona, naturalmente ti ringrazio per lo spazio e il tempo che mi hai dedicato.
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Simona
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