IN COLLABORAZIONE CON G.A.I.A. ARTE.
GRAFFI DI PASSIONE
CHIARA MONTENERO
Poetessa e pittrice. Due modi di esprimere una passione bruciante. Due modi di esternare un desiderio ardente.
Ed infatti, l’acuto osservatore non si lascerà sfuggire i graffi di passione che possono rintracciarsi nelle opere di Chiara Montenero.
Basta osservare l’opera che, a mio modo di vedere, costituisce la “fotografia” più nitida dell’anima vivace dell’artista. L’opera dallo sfondo grigio e tristemente uniforme, ma violentemente segnata da graffi di passione, che si presentano sia in rosso (la passione pura, indomita) che in nero (la religiosità e l’intensità del momento).
Del resto, già nella prima metà dell’ottocento (1830), il grande scrittore francese Stendhal con il suo Le Rouge et le noir ha tessuto una splendida trama narrativa su questi due colori, che si snoda attraverso le vicende umane del protagonista Julien Sorel, riconducendoci al significato più autentico di essi.
Tuttavia, nella nostra pittrice quella che è solo in apparenza una stridente contrapposizione tra il rosso ed il nero finisce col risolversi in una meravigliosa armonia.
E ciò emerge anche dalle opere in cui si possono scorgere chiare forme geometriche, che giungono talora ad intersecarsi tra loro, creando interessanti condivisioni.
Ebbene, del tutto evidenti sono le grida di passione della pittrice, che fanno pensare a quelle della cantante Janis Joplin.
Come del tutto evidente è il suo desiderio ardente di Vita, la sua bruciante passione di esistere, di “fare della propria vita un’opera d’arte” (cit. D’Annunzio, Oscar Wilde), lasciando traccia di sé in un mondo grigio e piatto, dove, pensando ad un’altra sua opera emblematica, le linee rette ed orizzontali imprigionano quelle oblique (più ballerine, divertenti ed imprevedibili).
“Nei versi, la poesia di Chiara Montenero è pervasa di dolore…”(cfr. Quasi una speranza di Irene Niosi). Ebbene, considerando che passione deriva dal latino pati, che significa soffrire, sopportare, si è naturalmente portati a ricondurre l’opera poetica e pittorica dell’artista ad un comune denominatore: la passione di vivere profondamente il suo tempo.
Perciò, l’artista rifiuta decisamente tutto il grigiore e l’appiattimento che derivano da un vita contrassegnata dalla quieta disperazione e dalla squallida rassegnazione. E, al contrario, graffia di passione il suo momento, poiché di quest’ultimo è profondamente innamorata.
Recensione a cura di Claudio Casalini,
Presidente di Gaia Arte.
Simona
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