Non sono più fatta per l'estate e per il caldo, incredibile. Sarà mica la vecchiaia che avanza? Amerei l'estate se potessi starmene sempre al mare, laddove si può sudare in piena libertà per poi gettarsi in acqua per una rinfrescata. Ma l'estate non è fatta solo di mare e spiagge, è fatta anche di quotidianità e di routine, e io detesto vivere la mia routine nell'afa!
Lo scorso anno incominciai a detestare il caldo più o meno a fine luglio, dopo che avevo vissuto ormai una buona metà d'estate. Quest'anno la mia intolleranza è sopraggiunta troppo presto: l'estate è appena cominciata, non so se posso farcela!
Ok, ragioniamo: tutto ciò è probabilmente dovuto al fatto che sto studiando, e il caldo di questi giorni non si sposa benissimo con i libri e la concentrazione e tutto il resto. Probabilmente una volta che avrò concluso - le 3 famose settimane - sarà diverso, e io tornerò a essere una persona "estiva".
Invece no! La cosa non mi convince affatto.
Sono diventata una persona invernale, autunnale e primaverile mentre, da buona vecchietta, l'estate incomincia a starmi davvero stretta. Non è certamente come un tempo, che l'aspettavo come i bambini aspettano Babbo Natale giù dal caminetto.
E poi voglio andare in vacanza. Le mie estati sono state raramente all'insegna della vacanza. Se quest'anno potessi concedermi una qualche vacanza (di quelle vere, con tanto di biglietto, valigie e partenza!) forse potrei ricredermi sulla Bella Stagione.
In questi giorni di improvvisa estate mi sono scoperta spesso a ricordare giornate in spiaggia di tanti anni fa. Mi è passata davanti agli occhi l'immagine di una me giovanissima, con un bikini arancione e la cugina del cuore affianco, in una passeggiata verso il chiosco. Una voce si innalzò da una compagnia di ragazzini arrapati, urlando: "Sei uno schianto, costume arancione!" :P.
A quei tempi era facile essere felice, bastava davvero poco. Non te ne puoi accorgere subito, tante volte mi sono sentita dire cose del tipo: "Quando crescerai sarà tutto diverso" "Beata te, così spensierata". Ma io i pensieri li avevo, non capivo davvero perché gli adulti si ostinassero a sminuire i miei sentimenti o gli accadimenti della mia vita. Ci è voluto un bel po', un gruzzoletto di anni, per capire che avevano ragione.
La vita è un'enorme responsabilità, è il tuo più grande compito, è un ruolo che devi ricoprire sulla scena dell'esistenza, è un susseguirsi di decisioni che devi prendere solo tu e di situazioni che devi gestire. È la cosa più tua che ci sia al mondo.
Ho talmente tante cose da fare per farmi strada nella vita che ho quasi dimenticato quel gusto dolce delle estati adolescenziali, quella capacità di "non pensare a niente", proprio quella spensieratezza di cui solo ora capisco il vero significato.
Simona
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