I momenti della poesia
sono quelli che richiedono il più estremo sforzo dello spirito, sia nel bene
sia nel male. Quando l’anima cede alla poesia, è sempre perché ha bisogno di
sfiorare i momenti più estremi, quelli della felicità o quelli della
disperazione, quasi come se l’una fosse in legame indissolubile con l’altra. Nei
versi della Coppola, in questa sua raccolta poetica dal titolo “Respiri di Luna”,
pubblicata dalla Arduino Sacco Editore, capita spesso che il Motivo, come lei
lo definisce, di questi momenti estremi che conducono dritti alla poesia, sia l’Amore.
Le sue poesie, che lei stessa definisce come una sorta di autobiografia,
ricoprono un periodo di tempo fatto di diversi momenti che l’autrice ha
vissuto, che l’hanno segnata, che l’hanno fatta sognare ma anche piangere e
disperare, che l’hanno addirittura portata, a volte, a un “immaginario spento”,
a non saper rispondere agli stimoli della poesia. Ma sarà solo un momento.
E sebbene le poesie
dell’autrice amano toccare diversi temi, in un modo o nell’altro è sempre l’amore
a trionfare. Anche la Coppola soffre di un amore “anarchico”, che si comporta
come vuole, al quale non viene né permesso né negato nulla, tanto qualsiasi
comando sarebbe vano. Si sente poi il dolore di un amore sfuggente, a volte struggente,
che trova sempre il modo di tornare, ma per sfortuna anche di andare, un amore
però che, pur andando, pur facendosi piccolo verso l’orizzonte, lascia intatta
e nitida l’immagine del volto, e “non ci sono distanze… neanche quando mi fai
male”.
Poi all’improvviso ecco
un nome, Andrea, che risuona in tutta l’opera come un triste presagio, quello
dell’addio. E infatti è al tempo imperfetto che si parla di lui, è ai ricordi che
è legato, deve essere esistito in una dimensione temporale che appartiene al
passato e di cui conosciamo la durata, tre mesi, e probabilmente legato a una
terra che l’autrice porta dentro di sé, quella spagnola, Barcellona per l’esattezza,
una città che a suo dire l’ha cambiata, l’ha fatta maturare, le ha fatto
esperire uno dei momenti più intensi della vita, e dopo la quale ha potuto
definire la sua Poesia, che si mescola sapientemente, ricordiamo, alla Musica,
altro grande amore dell’autrice, con versi che richiamano direttamente quelli
di alcune canzoni-chiave, come “The waves” di Elisa e “You’ll see” di Madonna.
La Coppola ci sa fare
con le parole e, dopotutto, è la poesia, a differenza della narrativa, a essere
di una soggettività struggente, ad aver bisogno di un’analisi più attenta, di
una comprensione anche più sensibile, di una lettura concentrata che non sempre
porta a interpretazioni totalmente corrette, perché nei versi si racchiudono le emozioni
più intense, e le emozioni, anche quando meno intense, non sono mai esprimibili
pienamente. Ma forse la magia della poesia continua a risiedere anche in quello,
in quell’incertezza che sempre si accompagna alla sua lettura, nell’indefinito,
nell’infinito, nei contorni imprecisi e sfrangiati di un istante che può
essere, dopotutto, a saperlo, quello di qualsiasi altro animo umano.
A cura di Simona Giorgino