Cari amici,
in collaborazione con l'Associazione Culturale Gaia,
oggi vi presento una giovane artista salentina,
Francesca Pellegrino,
che attraverso questa breve intervista
ci parlerà della Passione che muove le sue giornate!
Ciao Francesca, benvenuta nel mio blog. Devo dire che i tuoi quadri si prestano benissimo alla libera interpretazione e, se posso permettermi, non è quasi mai un’interpretazione immediata. Penso sia prerogativa dell’arte in generale, ma i tuoi mi sembrano davvero quadri dal significato ricercato. Quindi ti chiedo, per cominciare, una tua considerazione generale sulle tue opere, a partire proprio da quello che tu stessa ti proponi nel momento in cui le realizzi.
Ciao Simona! Grazie a te per avermi concesso questa opportunità. Non c’è cosa più difficile per un artista che definire a parole ciò che si vuole rappresentare e trasmettere attraverso la pittura e l’arte in generale. Molte volte le parole fanno fatica a esprimere ciò che si prova realmente. Inconsciamente il mio è un percorso liberatorio trasmesso dall’anima. Ogni lavoro è legato a un preciso percorso interiore e rappresenta un momento di distacco dalla realtà... Semplicemente cerco di dipingere ciò che siamo.
A volte l’idea nasce da fotografie scattate da me stessa. La tecnica che più frequentemente adopero è la pittura ad olio, perché rispetto ad altre ha una maggiore aderenza sulla tela e mi soddisfa di più. Sui miei soggetti utilizzo colori molto forti e apparentemente irreali ma nello stesso tempo reali in un mondo concepito dalla mia fantasia.
È un domanda che mi pongo da anni. Cerco di avere un mio stile… ma in realtà adoro la Pop Art e in particolar modo Andy Warhol.
Quando hai scoperto la tua vena creativa?
Forse all’età di tre anni; ad ogni modo, la vena artistica e la passione per l’arte credo sia innata.
Qual è stato il primissimo quadro che hai realizzato? Ricordi particolari legati a quell’esperienza?
All’età di 6 anni firmai il mio primo quadro: un laghetto con dei cigni. Non ricordo l’occasione, ma ricordo che lo regalai a mia madre.
Art. n.1 |
Il feto in generale, racconta l’unione della famiglia, valore fondamentale nel quale io credo molto. In particolar modo nell’opera dal titolo “Art. n°1”, ho voluto rappresentare un feto con le ali per richiamare metaforicamente l’articolo n°1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, secondo cui “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Qual è l’elemento esotico, più originale, quello che ritieni distintivo delle tue opere e che non puoi omettere quando le realizzi?
Nelle opere realizzate negli ultimi anni, l’elemento caratterizzante è un impianto a incastro di rettangoli sviluppati in negativo rispetto all’immagine sottostante, come a narrare metaforicamente la esperienze di vita negative e positive.
Il ritorno |
Mi colpiscono sinceramente molte delle tue opere, e ho un occhio particolare per “Il ritorno”. Quindi questa è una domanda che vuole soddisfare una mia curiosità personale! Adoro i colori, la tecnica usata, l’affetto e il calore che comunica attraverso gli abbracci. Non c’è una sola persona che non sia stretta in un abbraccio. Come hai realizzato quest’opera? Che cosa vuole trasmettere?
"Il ritorno" non è altro che la conclusione di un viaggio importante quotidiano che ha segnato il mio percorso di vita. L’opera è nata da una scena realmente vissuta e racchiusa in uno scatto fotografico poi consolidato su tela attraverso la pittura. Mi trovavo alla stazione di Milano e mi dirigevo verso il binario n°11, quando ad un tratto mi bloccai e pensai quanto fosse triste tutto quel caos… lo stesso che avevo dentro me. È stato il mio primo quadro realizzato in accademia.
So che hai tenuto delle mostre. Che esperienze sono state? Ce ne vuoi parlare un po’?
Ho tenuto delle mostre personali e collettive. Ho iniziato nel 2006 e l’ultima a Febbraio con l’associazione Gaia, presso il caffè letterario “LiberaMente” a Lecce. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente dell’associazione Claudio Casalini e i suoi soci per avermi dato la possibilità, ancora una volta, di farmi conoscere.
Sono state tutte esperienze molto importanti che mi hanno permesso di conoscere sempre di più il mondo dell’arte, nuovi artisti e nuove opere. In particolare ho avuto modo di capire e apprezzare quello che comporta organizzare una mostra, avendo dovuto farlo in prima persona. Sono state vere esperienze di crescita e di introspezione.
Che cosa rappresenta l’arte nella tua vita?
L’ arte è la mia vita e si materializza in qualsiasi cosa io faccia, anche nelle cose più banali.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere, qualcosa che non abbiamo detto?
Non credo di dover aggiungere altro, sei stata molto esaustiva nel pormi le domande e mi hai dato la possibilità di riflettere su alcune cose e, soprattutto, mi hai permesso di far conoscere il mio mondo.
Ti ringrazio per aver risposto alle mie domande. È stato un vero piacere ospitarti nel mio blog. Un abbraccio!
Grazie a te Simona per l’occasione concessami. Un abbraccio!
Simona
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Se anche tu vuoi rispondere a un'intervista,
scrivimi: alamuna@gmail.com
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