I pomeriggi assolati, trascorsi lungo le litoranee, fra un intermezzo di parole e un altro, le passeggiate sui corsi, il cane al guinzaglio, i vestitini freschi e svolazzanti. Le strade semplici, senza troppo andirivieni, i curvoni che vanno dalla marina di Andrano fino a Leuca e oltre, che lasciano intravedere immensi spicchi di mare e romantiche scogliere, dall'Adriatico allo Ionio. E poi i rientri, che sembravano spesso vuoti e insensati e che invece ti aprivano, senza che allora me ne rendessi conto, a nuove scoperte e a mille possibilità.

È così che me la immagino: allegra e sorridente nella sua pigrizia semi-estiva. Bella nella sua piccolezza e nella sua semplicità. Dai colori forti e dai contorni decisi. Dagli oggettini preziosi che invece non costano niente. Piena di promesse, piena di speranze.
Non è perfetta, non lo è mai stata, ma ha sempre portato con sé, a ripensarci adesso, quel non so che di affettuoso, quel sapore dolce della familiarità, quella sensazione sicura che ti dà un porto, o un rifugio. Ha sempre portato con sé quel tocco delicato della comprensione, della compassione, dell'accettazione, dell'accoglienza sempre e comunque. E a ripensarci così, da lontanissimo, me la immagino in un momento che, a dire il vero, deve essere tutto nuovo per lei: l'incompletezza e, al tempo stesso, l'imprevedibilità. L'armadio, in camera da letto, è semi vuoto, con solo qualche vestito di qua e di là per essere indossato in occasioni sporadiche e fugaci.
Prima o poi si tornerà a respirare quella pigrizia estiva, quel lento approssimarsi della sera tipico di quella casa. C'è già voglia della bella stagione, ma se ci penso la immagino lontano e nei punti più improbabili: intorno al Parco Lavinia, o su via vecchia Carmiano, o nelle stradine che sfociano su via Monteroni. Dopo una corsa insieme, di domenica mattina.
Simona
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