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Insegnante di inglese appassionata di scrittura e di fotografia e profondamente innamorata degli animali. Questo blog è un ampio rifugio in cui condivide passioni, letture, riflessioni, novità sui suoi libri e molto altro. INSTAGRAM: @simona_giorgino (profilo autrice), @photosfromthewind (profilo fotografico).

mercoledì 13 dicembre 2017

"Gli angeli non hanno memoria", di Giovanni Pennati: le mie impressioni

Buonasera lettori,

di recente ho letto questo libro, trovato gratuitamente su Amazon. Mi piace il fatto che per trovare un buon libro spesso non occorre spendere chissà quanti soldi, né occorre necessariamente girare fra gli scaffali di un editore importante.
Ho letto in giro di gente che rifiuta a priori di leggere chi si autopubblica, e io non sono nessuno per giudicare e ognuno faccia quel che ritiene opportuno, però dico: non sa che cosa si perde! Molti autori self sono davvero in gamba. Non tutti, ma d'altronde si può trovare a mio avviso della scrittura scadente anche tra chi pubblica con una casa editrice. Poi, va be', perché mi sto perdendo in un discorso che potrebbe non finire più per quante cose ci sono da dire? I lettori sono tutti diversi ed è normale avere opinioni contrastanti. Ciò che piace a me può non piacere a te e viceversa.
Ok, tutto questo per dire che Gli angeli non hanno memoria non ha nulla da invidiare, secondo me, ai grandi libri pubblicati da note case editrici e la scrittura di Giovanni Pennati mi ha colpita sin da subito (altrimenti molto probabilmente non avrei continuato a leggere, perché una storia con una bella idea di fondo ma che è scritta male forse mi spingerebbe a fermarmi prima del tempo; come detto anche in un altro post, per me i libri possono anche non avere dietro una trama spettacolare, ma se sono scritti bene, come dico io, continuo a leggerli con trasporto. Mi piace la scrittura, la parola, mi piace chi la sa usare, dosare, chi ci gioca, non ci posso fare niente. Oh no, ma sto divagando ancora!).
Ok, insomma, Gli angeli non hanno memoria mi ha tenuta incollata alle pagine. L'autore è bravissimo (di solito non vado a cercare tutti gli autori che leggo, ma quando ho finito di leggere questo libro ho pedinato Giovanni per fargli sapere quanto ho amato il suo romanzo). La sua bravura consiste nel fatto che riesce davvero a incuriosire il lettore, non facendolo annoiare. Sin dall'inizio volevo sapere che diamine avesse combinato questo Ascanio nel suo passato, e inoltre il protagonista mi incuriosiva e volevo sempre saperne di più su di lui; l'autore alterna presente e passato attraverso un uso sapiente e affascinante del flashback, con un cambio anche della persona (dalla terza alla prima). Dialoghi ben strutturati e personaggi ben caratterizzati. Un romanzo completo, maturo (sebbene credo che l'autore alle spalle avesse solo un altro libro), e che inoltre - cosa molto importante per me - dimostra una profonda sensibilità d'animo. Di solito mi capita di leggere storie in cui i personaggi principali sono delle donne. Ma quanto amo, di tanto in tanto, leggere libri scritti da uomini e che parlano di uomini! Perché la sensibilità che alberga in un animo maschile sa essere estrema, profonda, immisurabile.
Poi i lettori più romantici saranno contenti di sapere che Gli angeli non hanno memoria racchiude una bellissima storia d'amore. Ma non solo. Narra anche i drammi dei personaggi, e offre spunti di riflessione sulla vita, sulle relazioni umane e, un po' alla lontana, sulla fede.
Non farò spoiler, ma devo dire una cosa. Quando mi stavo avvicinando alla fine, come tutti i lettori inevitabilmente provavo a immaginare quale segreto Ascanio avesse nascosto nel suo passato, e provavo a indovinare come sarebbe finito il racconto. Forse è inevitabile farsi delle aspettative. Ma io - probabilmente sull'onda di un presentimento - mi dicevo, parlando tra me e me come una matta: qualsiasi sia la fine che avrà questo libro, io perdonerò tutto a Giovanni :D, perché a un autore con una penna così sensibile, e che talvolta è persino riuscito a strapparmi qualche lacrimuccia, si perdona ogni cosa. E poi la fine è arrivata e, ok, non era quella che mi aspettavo e lì per lì mi sono detta: eh, però! Ma poi sono tornata in me: però un corno! Giovanni Pennati ha deciso così, il che vuol dire che quella era la fine perfetta per il libro. Punto. Perché ogni finale, come ogni storia, va rispettato per ciò che è, per ciò che l'autore in quel momento voleva comunicare e per ciò che dà. E a me Gli angeli non hanno memoria mi ha dato tanto. Proprio tanto. 

Credo sia in circolazione da un po', probabilmente da un paio d'anni. Se non lo avete ancora letto vi ricordo che è GRATIS! ;)









Simona




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